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14 Dic 2017
L'autotrasporto è un settore strategico per l’Italia. Sia per le 90mila imprese, gli oltre 300mila addetti e un fatturato pari al 5% del Pil, sia perché rappresenta il sistema circolatorio dell’economia del Paese.
Il comparto è in crescita, pur avendo perso nell’ultimo decennio importanti quote di mercato, e sta accompagnando la ripresa, basti leggere i recenti dati sul traffico merci a Nord Est, tornati sopra i livelli pre-crisi. Allo stesso tempo è alle prese con profonde trasformazioni. Da un lato la concorrenza dei vettori provenienti dall’Est Europa, dall’altro la rivoluzione digitale, entrambe tematiche al centro del Pacchetto Mobilità in discussione in Europa.
Sul primo aspetto a Bruxelles è in atto una sorta di “guerra fredda”. I Paesi dell’Ovest, tra cui l’Italia, premono per istituire un mercato unico dell’autotrasporto merci su strada fondato sulla concorrenza leale, sancito dalla recente dichiarazione della Road Alliance.
È un principio a tutela delle aziende che devono fronteggiare fenomeni di dumping sociale, competere cioè con imprese dell’Est che operano sul nostro territorio con un costo del lavoro fino a otto volte inferiore, e di cabotaggio abusivo, vale a dire il superamento da parte di vettori esteri dei limiti di tempo per un’attività di trasporto merci in un altro stato. Questa competizione asimmetrica, per non dire scorretta, negli ultimi anni è stata tra le cause della scomparsa di circa 17mila piccole aziende italiane, i cosiddetti “padroncini”.
La trasformazione dell’autotrasporto deriva tuttavia non solo dall’ingresso sul mercato di nuovi player, ma anche dall’avvento della rivoluzione 4.0 e delle nuove tecnologie. Per essere competitive le aziende devono sempre più dotarsi di strumenti e servizi digitali. Software per gestire le flotte e ottimizzare i viaggi, trasmettere via App ordini di spedizione e consegna, geo-localizzare mezzi e tragitti, monitorare lo stile di guida degli autisti e ridurre i consumi, organizzare il lavoro e le ore residue di viaggio per evitare sanzioni ed efficientare l’attività di autotrasporto.
Uno degli strumenti che funge da cerniera tra le esigenze della concorrenza leale e dell’innovazione tecnologica, con giusta attenzione anche alla sicurezza stradale, è il cronotachigrafo digitale. Si tratta del dispositivo obbligatorio per registrare le attività del conducente e per tracciare velocità e distanze percorse, il cui corretto utilizzo consente di rispettare le normative su tempi di guida, pausa e riposo degli autisti professionali, ma anche di tenere traccia di tutte le operazioni per meglio analizzare ed organizzare l’attività di trasporto. È uno strumento molto importante, che non interessa solo l’attività del conducente, ma tocca il sistema della sicurezza stradale, quindi anche dei cittadini, e del rispetto delle regole. Tanto che la Commissione Europea ha istituito il Tachograph Forum, organismo consultivo che riunisce esperti riconosciuti dei paesi EU sull’autotrasporto.
Durante l’ultimo meeting di inizio dicembre a Bruxelles, oltre a discutere sulle proposte del Pacchetto Mobilità, il Tachograph Forum ha avuto come focus l’introduzione del cronotachigrafo digitale di seconda generazione, obbligatorio dalla metà del 2019 per tutti i nuovi veicoli immatricolati.
Tra le novità più importanti, il cronotachigrafo “intelligente” consentirà la geo-localizzazione automatica del veicolo, per rilevare più facilmente eventuali manomissioni dello strumento, registrare i passaggi di confine da uno Stato all’altro e di conseguenza meglio individuare le attività di cabotaggio abusivo. Inoltre sarà provvisto di un sistema di comunicazione da remoto per consentire agli organi di polizia di incrementare l’efficienza dei controlli stradali.
Si tratta di novità a beneficio del comparto. Un monitoraggio più efficiente dell’autotrasporto e dei controlli consente infatti di intercettare e punire chi fa concorrenza sleale, mentre chi opera in regola potrà vedere ridurre le fermate per i controlli, prevenire infrazioni e sanzioni molto onerose, pianificare e ottimizzare le operazioni di trasporto, con un conseguente aumento della marginalità.
Un’innovazione digitale, dunque, che integra il sistema delle nuove tecnologie a disposizione dell’autotrasporto, a tutela delle aziende rispettose delle leggi e a vantaggio della loro competitività.
Fonte: IL SOLE 24 ORE