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22 Set 2017

Trieste, da porto franco ad aggregatore di innovazione

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Logistica e innovazione insieme per migliorare la competitività del porto.

 

TRIESTE - Il futuro del porto di Trieste passa da una parola: "innovazione". Più il Comune, la Regione, l'Autorità di sistema, il mondo della ricerca e quello delle imprese saranno in grado di declinarla, ciascuno nel proprio ambito e in funzione delle proprie competenze, più il porto di Trieste sarà in grado di competere sul mercato e di assicurarsi uno sviluppo di successo. In questo senso si sono espressi oggi il presidente dell'Autorità di Sistema, Zeno D'Agostino, il direttore di Area Science Park, Stefano Casalegggi, il presidente di Aiom Trieste, Sergio Bologna, e il responsabile sviluppo robotica di Saipem, Giovanni Massari, parlando al Museo Revoltella su questo tema: "I Porti come spazi di innovazione".



"Il porto inteso solo come luogo di lavoro - ha detto D'Agostino - oggi non basta più. Deve reinterpretare la sua funzione, diventare un 'aggregatore', un soggetto capace di attrarre e mettere sinergie di interesse comune. Trieste può farlo, e la sua dimensione di porto franco certamente aiuta".

 


Può essere infatti questa una delle condizioni fondamentali per la quali alcune aziende siano disposte ad investire su questo territorio e non su altri., Come il caso di Saipem, per esempio, che ha fatto del porto di Trieste una delle sue sedi principali per quanto riguarda lo sviluppo della robotica e della ricerca. "Qui a Trieste - ha detto Massari - abbiamo il nostro famoso 'tappo' petrolifero messo a punto in seguito al disastro del pozzo Macondo, nel Golfo del Messico. La nostra tecnologia è unica al mondo, e abbiamo deciso di tenerla a Trieste proprio per la capacità che ha il nuovo porto di guardare al futuro". Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: ANSA

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