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29 Giu 2017
Dopo anni di costante declino dei volumi complessivi, nel 2015 le merci che hanno viaggiato su rotaia sono aumentate del 2 per cento. Una percentuale che nel 2016 è triplicata diventando del 6 per cento. Un segnale positivo arriva anche dalle aziende aderenti a FerCargo, l’associazione che riunisce la quasi totalità delle imprese ferroviarie merci nate dopo la liberalizzazione del trasporto. Se nel 2015 la crescita è stata del 10 per cento, nel 2016 è raddoppiata diventando del 20 per cento.
I dati dei primi sei mesi del 2017 confermano l'andamento complessivo del settore che ha fatto registrare incrementi positivi dei traffici intermodali e su rotaia.
Questo in sintesi il bilancio di 20 mesi di cura del ferro, la nuova strategia di investimenti mirati sulla rete ferroviaria per sfruttare in maniera efficace le risorse finanziarie disponibili, avviata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.
“L’obiettivo è far diventare l'Italia protagonista della logistica in Europa, che insieme alla portualità, è un elemento di assoluta competività”, ha dichiarato il ministro in chiusura del convegno di FerCargo “I primi effetti della cura del ferro: inizio di una svolta”, che si è svolto ieri alla Sala della Regina di palazzo Montecitorio.
Una ripresa importante per il settore dei trasporti su rotaia che si candida per il rilancio del trasporto inteso come modo di fare sistema. I risultati della "cura" hanno quindi consentito investimenti sulla rete infrastrutturale ferroviaria per formare treni più lunghi e più pesanti in linea con gli standard europei. Lo sconto sul pedaggio per l’utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria per il trasporto delle merci su rotaia è stato inoltre uno dei fattori alla base degli incrementi di traffico. Ma c’è di più. La creazione del Polo Mercitalia nel gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, gli incentivi Ferrobonus e Marebonus e la riforma della portualità hanno contribuito all'efficientamento complessivo del sistema.
Il Presidente di FerCargo ha avvertito, però, che il cargo ferroviario "non è affatto fuori pericolo". Secondo Giancarlo Laguzzi, la svolta ha bisogno di essere strutturata con altre azioni, tra cui la più importante è "eliminare l'unica grande differenza che ci separa dal resto delle grandi reti transeuropee merci", cioè la facoltà per le imprese ferroviarie di adottare anche in Italia il modulo di equipaggio ad Agente Solo, cioè con un unico macchinista alla guida del treno. Questo modulo di condotta, infatti, previsto dallo standard delle Reti Ten T, permette una riduzione di costi delle merci trasportate pari a 2 Ferrobonus.