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16 Giu 2017
Maurizio Gentile, nella duplice veste di amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi) e Commissario di governo sia per la Napoli-Bari sia per l’itinerario Palermo-Catania-Messina, è in prima linea nello sviluppo degli investimenti ferroviari al Sud.
Il gap Nord-Sud che rileviamo in numerosi indicatori macroeconomici (Pil, reddito pro-capite, occupazione ecc…) è presente anche nel settore ferroviario?
La quota di investimenti ferroviari attualmente attivi al Sud è davvero molto alta, stiamo parlando di oltre 20 miliardi di euro. Ciò è possibile soprattutto grazie all’impegno del governo: basti pensare che è destinata al Sud una parte consistente degli investimenti in infrastrutture previsti dal Piano industriale decennale di FS Italiane. Non è sempre stato così, è vero, ma assieme a tutti gli attori in gioco stiamo facendo del nostro meglio per invertire la rotta.
Basterà la cura del ferro ad avvicinare il Mezzogiorno al resto del Paese?
Questi interventi così importanti saranno sicuramente un buon punto di partenza per assicurare ai cittadini del Sud infrastrutture funzionali. Mi lasci citare l’esempio della stazione di Napoli Afragòla, una vera e propria opera d’arte, progettata da Zaha Hadid. Ha aperto pochi giorni fa, sarà lo snodo per tutto il Sud Italia, per questo l’abbiamo ribattezzata “Porta del Sud”. Stiamo lavorando sodo per recuperare il tempo perso, un aiuto in questo ce lo ha dato anche lo Sblocca Italia: come commissario governativo per la Napoli-Bari e per la Palermo-Catania-Messina, ho la facoltà di adottare tutti i provvedimenti necessari a ridurre tempi e, laddove possibile, anche i costi di realizzazione delle opere.
Sono previsti raddoppi laddove è ancora presente la linea a binario unico? In quali casi in particolare?
Molti degli interventi di cui stiamo parlando in realtà comprendono anche raddoppi, sia in Sicilia sia sulla Napoli– Bari. È così anche sull’Adriatica, ci sono 33 km fra Termoli e Lesina ancora a binario unico. Lì stiamo lavorando per lotti funzionali, il primo sarà finito nel 2022 e gli altri due nel 2026. Attenzione, avere un solo binario non comporta nel modo più assoluto minore sicurezza ma semplicemente minore capacità. Quindi con due binari, riusciremo a far viaggiare più treni, migliorando anche la regolarità dei servizi su tutta la linea, fino a Bologna.
Per il trasporto merci via ferro quali prospettive si annunciano nel Mezzogiorno?
Mi lasci dire innanzitutto che dobbiamo sempre ragionare a livello di Corridoi europei, ancor più quando parliamo di merci. In quest’ottica anche gli interventi fatti al Nord servono al Meridione, perché mettono in connessione tutto il sistema Italia con il resto del Continente. Il Corridoio Scandinavo–Mediterraneo lo dimostra. Stiamo lavorando anche su alcuni collegamenti Tirreno–Adriatico, ad esempio in Calabria, che permetteranno alle merci di viaggiare dal Sud spedite verso l’Europa, grazie alla dorsale Adriatica, già attrezzata ed adeguata per il trasporto merci. In più stiamo rafforzando l’intermodalità con i porti: vogliamo avvicinare il treno alla nave, realizzando all’interno dei porti e lungo le banchine delle vere e proprie stazioni ferroviarie, sul modello di quanto è stato fatto nel porto di Livorno, per abbattere i costi delle manovre e promuovere il trasporto merci su ferro. Abbiamo nel nostro Piano industriale 730 milioni per i collegamenti con porti e interporti. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL SOLE 24 ORE