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13 Giu 2017
Stava guidando da troppe ore, era stanchissimo, così il conducente di un Tir, un lavoratore dipendente, il 22 luglio 2015 causò un tamponamento a catena sull'autostrada A21 che coinvolse altri veicoli, camion e auto: ci furono tre morti, fra cui lui stesso, più tre feriti gravi. Per questo sciagura - davanti al giudice Giulia Maci del tribunale di Cremona - il prossimo 27 novembre si aprirà un processo per omicidio colposo plurimo contro il datore di lavoro che aveva permesso al suo dipendente ritmi di lavoro troppo dispendiosi dal punto di vista fisico.
Il parere della polizia
La decisione è stata accolta con un certo interesse anche dagli ambienti della polizia stradale. “Speriamo che si apra la via per essere ancora più incisivi non soltanto sui singoli, ma anche sulle aziende, perché si comprenda che la gravità del non darsi una organizzazione e un’attività di controllo interna è gravissimo e porta il datore di lavoro a condividere appieno le responsabilità del conducente su strada. Importante, sicuramente è anche tutelare la sicurezza degli stessi autotrasportatori e degli altri conducenti e salvaguardare quelle aziende che al contrario lavorano in maniera onesta e trasparente a fronte di una concorrenza profondamente sleale”, aveva commentato Federica Deledda, la comandante della polizia stradale di Cremona, quando il gup del tribunale di Cremona, Christian Colombo , aveva chiesto il rinvio a giudizio, unico imputato, del titolare di una ditta di autotrasporti di Sarzana (La Spezia), attribuendogli la responsabilità, con l'aggravante della colpa cosciente, di aver permesso che il suo dipendente trasportatore continuasse a guidare oltre l'orario previsto nonostante i livelli di stanchezza raggiunti. Secondo ricostruzioni, il conducente quel giorno stava guidando da molte ore, sembra oltre 10, e il giorno precedente sarebbe accaduta la stessa cosa.
Il colpo di sonno
Nell'incidente, che si configura come un infortunio sul lavoro, il Tir travolse altri veicoli sull'autostrada A21 vicino al casello di Cremona Nord in direzione di Brescia. Morirono il conducente dell'autoarticolato Alfredo Fioravanti, 50 anni di Avenza (Massa Carrara), e Michela D'Annunzio, 40 anni di Leno (Brescia), che era dentro un'auto travolta, e poi, il giorno dopo, in ospedale, Maria Grazia Tomasini, 42 anni, anche lei di Leno. Ci furono anche tre feriti. Nella carambola, il Tir piombò su veicoli rallentati presso un cantiere stradale, forse per un colpo di sonno di Fioravanti o per i riflessi allentati dalla stanchezza. Fu tentata la frenata ma non fu sufficiente. La moglie e i figli di Fioravanti si sono costituiti parte civile così come l'Inail, che dopo aver erogato le prestazioni ai familiari poiché si tratta di un infortunio sul lavoro, nel processo chiederà il risarcimento al titolare della ditta di trasporti.
Fonte: TISCALINEWS