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10 Mar 2017
UN AUGURIO DOVEROSO
Anche se in ritardo, non me ne sono certo dimenticato, un augurio a tutte le donne che operano nel nostro mondo.
SITUAZIONE GENERALE
Purtroppo, e questo è sconsolante, nessun cenno di interessamento è giunto dalle Autorità di Governo, che si sta assumendo la responsabilità di quanto potrà succedere nel settore, dopo la protesta che inizierà con il prossimo week end (17/18 marzo). La delusione, che si sta trasformando in rabbia, è dilagante tanto che dobbiamo chiedere di contenere il numero di chi intende partecipare alle iniziative che l’Unatras ha deciso di attuare. Non vogliamo creare danni ai cittadini ma dare dimostrazione tangibile di quanto sia elevato lo stato di tensione che si è determinato tra gli operatori per cause in più occasioni evidenziate. Ripeto facciamo fatica a far comprendere agli operatori la ragione di limitarsi ad una protesta contenuta. La gente è ormai stanca di promesse e impegni che poi non vengono mantenuti. Chiacchiere e impegni non rispettati sono gli elementi che favoriscono questa delusione verso le Istituzioni.
Purtroppo siamo di fronte ad un Esecutivo che eccelle in annunci ed iniziative che illudono i cittadini e, non divenendo atti concreti, alla lunga innescano sfiducia e reazioni.
Il nostro settore ha sottoscritto un accordo che il Governo, da troppi mesi, non riesce a far rispettare. Le cause possono derivare dagli interventi della burocrazia ma a essere messa sotto accusa è la politica. Non sarà giusto ma è così. Uno dei motivi deriva dal fatto che il trasporto non ha un interlocutore politico con il quale confrontarsi. A nessun rappresentante del Governo è stato assegnato l’incarico di coordinare e di seguire la situazione del trasporto merci, come si operava negli anni trascorsi quando il trasporto era uno degli interlocutori diretti del Governo. I problemi, cito ad esempio i trasporti eccezionali o il funzionamento degli uffici territoriali della Motorizzazione civile, anziché avviarsi verso la soluzione si complicano a causa di decisioni, o inattività, difficili da far comprendere. L’ultima circolare sulle revisioni è stata considerata una evidente e non accettabile provocazione che complica l’attività delle imprese. Altrettanto le richieste di far pagare ad ogni passaggio un veicolo eccezionale che transita su tratti stradali, oppure l’incredibile richiesta di far verificare alle imprese di trasporto, non solo la tenuta dei ponti ma anche dei tombini. Richieste che competono agli enti proprietari o concessionari, quindi assurde. Il tutto appare il frutto di un clima che sta generando un’evoluzione che porterà alla paralisi.
A tutto questo si aggiungono, lo ricordiamo ancora una volta, i provvedimenti non ancora emanati sui bonus treno/mare; sulla decontribuzione per i conducenti che operano prevalentemente all’estero; sugli interventi legislativi per contrastare i fenomeni di abusivismo da parte di vettori esteri (a tale proposito invitiamo a rileggere la circolare del 7 marzo sulle violazioni riscontrate nei rapporti di lavoro. I fenomeni interpositori sono incrementati del 116%); sulla soluzione dei costi della sicurezza; sui tempi di pagamento; etc. Giocare con il fuoco può essere pericoloso e c’è il forte rischio di farsi male.
In settimana, intanto, si sono avviati i necessari interventi organizzativi delle manifestazioni dimostrative a livello territoriale ma anche sono stati diffusi comunicati e interviste, oltre ad incontri con le Autorità locali. E’ superfluo ricordare che senza interventi concreti i problemi però non si risolvono, anzi si aggravano e le iniziative di sensibilizzazione sono solo l’inizio. Non scordiamoci che prossimamente sarà anche affrontata la nuova legge di stabilità e che le imprese di autotrasporto sono interessate.
La volontà di collaborare è sempre presente nelle federazioni dell’Unatras ma il dovere di rappresentare gli interessi delle imprese rappresentate è un impegno altrettanto ineludibile.
NOVITÀ IN ARRIVO DAL SETTORE MARE
Proseguono, con buone prospettive, le iniziative per rafforzare nella rappresentanza confederale il mondo del trasporto, della logistica e del mare. Nelle prossime settimane le intese saranno formalizzate e potremo rendere evidente quello che le intese ipotizzano. Ripetiamo che, mentre qualcuno tenta sempre di dividere per la vecchia ragione di poter meglio fare i propri interessi, sottovalutando che così facendo si finisce solo per indebolire le imprese, Conftrasporto/Confcommercio lavorano per rafforzare la rappresentanza di tutto l’intero mondo del trasporto. Disponibili al confronto, rispetto e dialogo con tutti; ma la strada è tracciata. Interconnessione associativa e inflessibilità sul rispetto delle regole del mercato sono i punti di riferimento. In settimana intanto si stanno componendo i comitati di partenariato nei porti. Abbiamo fornito un giudizio non negativo sulla riforma dei porti avviata dal ministro Delrio che si basa su semplificazione, riduzione delle Autorità portuali e coordinamento. Ancora manca il regolamento che deve dettare le regole per la costituzione dei comitati di partenariato e, nonostante gli uffici del Ministero, con tempestività, abbiano diffuso una circolare chiara sulle modalità alle quali attenersi, non si può fare a meno di riscontrare come in alcune realtà si stia invece operando senza tenerne conto. Così come non possiamo passare sotto silenzio anche le iniziative tendenti a proliferare la presenza di realtà associative nei comitati a chi non detiene la necessaria rappresentanza. Sono frutto di amicizie o interessi personali? Denunceremo con forza se questi tentativi proseguiranno, anche perché sono di segno opposto a quanto il ministro ha inteso portare avanti. Non risponde al criterio della semplificazione il voler creare spazi a realtà “amiche” che non esistono nelle realtà portuali. Così si vanifica uno degli obiettivi che caratterizzano la riforma del Ministro.
AVVIATA IN ABRUZZO LA COLLABORAZIONE FAI E ASCOM
Mercoledì presso l’Ascom di Pescara si è sottoscritta l’intesa tra la locale Ascom e la Fai regionale che vedrà la messa in comune di servizi e la rappresentanza politica. Si rafforza così la collaborazione tra due realtà e questo non può che produrre positività per tutti.
AVANZA LA DERESPONSABILIZZAZIONE
Siamo ormai giunti ad una fase che senza un freno rischierà di portare all’implosione il Paese. Sempre più da parte di organismi territoriali, anche Istituzionali, si evita di assumere le responsabilità, anche se queste sono previste da norme di legge. Funzionari delle amministrazioni locali non firmano e scaricano su utenti responsabilità che appartengono alle proprie amministrazioni. E’ il caso dei trasportatori eccezionali; ora parrebbe che anche le prefetture anziché favorire, nel rispetto della sicurezza, il sistema produttivo e l’economia, evitino di rilasciare permessi in deroga ai divieti di circolazione. Temiamo che tutto questo sia generato dalla preoccupazione comprensibile di ritrovarsi coinvolti nelle responsabilità, sia penali che di natura pecuniaria, a seguito del rilascio di autorizzazioni o di permessi. La paralisi dei trasporti eccezionali ed il sistema delle revisioni/immatricolazioni che danneggia le attività internazionali è evidente. L’eccesso di prudenza della prefetture ed il rischio che vi possa anche essere un nuovo pronunciamento di un Tar su un ricorso avanzato, ovviamente a tutela della sicurezza, dai rappresentanti dei consumatori che contestano le disposizioni contenute nel decreto sui divieti di circolazione, rendono il clima ancor più incerto. È, per noi sempre condivisibile ogni azione che abbia il riferimento alla sicurezza ma ci viene da domandarci dove sia la coerenza, rispetto ai pronunciamenti del tribunale amministrativo e dell’Authority sulla concorrenza, sui costi della sicurezza. In quel caso l’interesse dell’economia e della libera concorrenza prevalse, senza occuparsi che la decisione potesse in modo evidente impattare sulla sicurezza (i consumatori zitti). Ma vorrei ricordare anche il fragoroso silenzio dei giudici amministrativi sul merito relativo ai trasporti eccezionali, normati dal Codice della strada, e che è alla base dei problemi che oggi la filiera produttiva subisce, autotrasportatori in primis. Anche in quel caso il tema della sicurezza è stato subordinato rispetto all’interesse economico.
Una provocazione: perché non impediamo i trasporti via strada anche in altri giorni della settimana così la nostra economia, che occupa “brillantemente” la penultima posizione, appena sopra la Grecia, e che nello scorso anno anziché crescere dell’1,1% ,come stimato, è incrementata dello 0,9%, quando in Europa si è cresciuti dell’1,9%, continuerà ad ottenere risultati positivi. Ma si! Blocchiamo i trasporti su strada. Comunque un’idea di quello che potrà succedere temo saremo costretti a fornirla presto. Se l’interessamento del nostro Governo continuerà come in questi ultimi mesi, l’autotrasporto si fermerà da solo ed allora…….
A PROPOSITO DI SICUREZZA
La nuova tragedia che ha colpito lavoratori e utenti della strada nella zona di Ancona pone in tutta la sua evidenza la necessità di agire rapidamente sia per realizzare una mappatura delle nostre infrastrutture che di emanare una direttiva sui trasporti eccezionali che si attende da troppo tempo. Rammentiamo che ove si proseguisse nella situazione attuale a pagarne le conseguenze saranno certamente i trasportatori che operano nel trasporto eccezionale ma anche il sistema produttivo. La domanda si rivolgerà ad altri Paesi e senza dubbio incrementerà la delocalizzazione. Continuiamo nel non fare?
UNA RIFLESSIONE VORREI PROPORRE
Ma il mondo politico e quello sindacale si rendono conto che in queste condizioni si vanificano gli interventi tendenti a ridare competitività alle imprese e si sprecano risorse? E le rappresentanze dei lavoratori, alla luce dell’incremento registrato sui fenomeni interpositori non riescono ad immaginare che il ricorso alla somministrazione ed al distacco incrementeranno sempre più, danneggiando i lavoratori italiani se non si definiranno condizioni sostenibili nel rinnovo del contratto? Il futuro immediato ci dirà.
Alla prossima.
Paolo Uggè
Fonte: CONFTRASPORTO