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10 Mar 2017

Porto Genova: cambia parte del Blueprint di Piano

 

Il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale (Genova e Savona) Paolo Emilio Signorini.

 

GENOVA - Va in archivio il maxi tombamento dello specchio acqueo davanti allo Yacht club di Genova: cambia un pezzo del Blueprint di Renzo Piano che ridisegna una parte del waterfront cittadino. A dare respiro alle attività di riparazioni navali del porto di Genova sarà un nuovo accosto a Molo Giano, insieme alla privatizzazione dei cinque bacini di carenaggio oggi gestiti da Ente bacini. Il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale (Genova e Savona) Paolo Emilio Signorini spiega all'ANSA cosa cambierà. "Il grande progetto era il Blueprint - dice - che prevedeva da un lato il tombamento integrale dell'area antistante lo Yacht club e la riqualificazione dell'area di Molo Giano, ora immaginiamo di lasciare invece lo specchio acqueo, aumentando però lo spazio di banchina dove operano già le riparazioni navali e realizzando un nuovo accosto".


Il nuovo assetto sembra definito. "Ci sarebbe l'accordo sostanzialmente di tutti: Regione, Comune, comitati ambientalisti che non volevano il tombamento, Renzo Piano che ha già proceduto ad aggiornare il disegno che ora definiremo, e i riparatori navali perché riqualificando i bacini con il nuovo accosto e più spazio a terra sarebbero soddisfatti".


Intanto lunedì è fissata la prima riunione del comitato di gestione che si insedia mentre la prima riunione operativa sarà a fine marzo. "Da lunedì avremo tutti gli organismi dell'ente, oltre al presidente il comitato di gestione e il collegio dei revisori. Per l'organismo di partenariato ho già chiesto ai rappresentanti delle categorie di indicare i nomi e contiamo di averli nei primi giorni della prossima settimana".


Il segretario generale? "Lo nomineremo a strettissimo giro, sto definendo gli ultimi dettagli con il ministro, il presidente della Regione e il sindaco". Le proroghe delle concessioni ai terminalisti del porto di Genova? "Stiamo completando l'istruttoria, gli operatori devono avere una risposta per non essere penalizzati rispetto a quello che è avvenuto in tantissimi altri porti italiani. Ne parleremo nel comitato di fine marzo". Il lavoro in porto? "Il modello di una compagnia portuale, la Culmv, che assicura con la sua flessibilità la possibilità di assorbire i picchi di lavoro in porto è considerato vincente da tutte le parti in gioco. E tutti concordano anche sul fatto che si possa provvedere all'equilibrio economico finanziario di questo modello attraverso fonti diversificate: i terminalisti, l'autorità di sistema portuale, contributi pubblici ad hoc sul bilancio" dice Signorini che spinge molto sulla formazione.


L'idea per far raggiungere l'equilibrio alla Compagnia è che i terminalisti paghino le tariffe per le chiamate, l'Autorità potrebbe dare un contributo per eventuali esuberi, il pubblico per i costi della formazione del personale alle prese con l'automazione, un tema che tocca anche i dipendenti dei terminal.

 

 

Fonte: ANSA

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