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02 Mar 2017

Il ministero riapre la trattativa Artoni-Fercam

fercam-artoni

 

n ballo la posizione dei dipendenti.

 

MANTOVA - Pagamento degli arretrati e cessione del ramo di azienda del gruppo Artoni a Fercam ma con appena un quarto dei 580 dipendenti: per gli altri la cassa integrazione. È questo lo schema proposto ieri dai tecnici del ministero dello Sviluppo Economico all’azienda reggiana dei trasporti Gruppo Artoni (con una filiale anche a Valdaro) e il gruppo concorrente Fercam di Bolzano.


Da una parte Anna Maria Artoni, dall’altra Thomas Baumgartner per Fercam mentre nel mezzo della vertenza c’erano i sindacati nazionali dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Due settimane fa tra le due aziende si era rotta la trattativa facendo esplodere una crisi su scala nazionale. Artoni, infatti, è una galassia che conta 580 dipendenti diretti, altri 2.500 indiretti, e 36 centri logistici in Italia. Un patrimonio industriale che doveva passare in buona parte nelle mani di Fercam. La rottura della trattativa ha innescato un effetto domino, portando così all'incontro a Roma, dove il ministero ha chiesto di riaprire il confronto ma su basi diverse e con definizione «entro e non oltre il 10 marzo», come scritto nel verbale dell’incontro firmato anche da Anna Maria Artoni a fine seduta.


Un piccolo spiraglio che non lascia certo spazio all’entusiasmo, salvo prevedere l’accesso alla cassa integrazione per i dipendenti che ne hanno diritto in attesa di una soluzione, processo nel quale dovrà entrare anche la Regione Emilia-Romagna.


L’invito del ministero «a prendere in considerazione una nuova soluzione negoziale» che preveda prima l’affitto del ramo e poi la cessione, in forma però ridotta «rispetto alla precedente proposta da parte di Fercam spa» e che «coinvolga circa 150 dipendenti del Gruppo Artoni».

 

 

Fonte: GAZZETTA DI MANTOVA

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