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17 Feb 2017

La Settimana Sindacale

UGGè_04

 

A cura del Presidente Paolo Uggè.

 

SITUAZIONE GENERALE

 

Comprendo che da troppo tempo inizio le comunicazioni settimanali non fornendo notizie che diano il senso che qualcosa di concreto si stia muovendo per il nostro settore. Ma purtroppo le cose stanno così e temo fortemente che nella prossima settimana, quando a Verona l’autotrasporto italiano si confronterà in dibattiti ed approfondimenti, il sentimento che emergerà in tutta evidenza sarà quello della delusione e di rabbia e magari vi potrebbero essere anche l’annuncio di iniziative. Nessuno potrà sostenere di non essere stato avvertito.


Naturalmente qualche commentatore non mancherà, qualora emergessero ipotesi di possibili proteste, di sottolineare l’irresponsabilità al mondo del trasporto e, perché no, colpevolizzare le sue rappresentanze. Proprio come stanno facendo ora per i taxisti, che non hanno completamente ragione ma hanno delle ragioni. Se si è arrivati in questa situazione la responsabilità è di uomini politici incapaci alla ricerca del facile consenso che dal 2009 hanno saputo solo rinviare la ricerca di soluzioni possibili di un problema ed  hanno invece preferito sempre rimandare. Ne parlerò a parte.


Nei momenti di difficoltà è difficile essere raziocinanti e si è portati a fare di ogni erba un fascio ma chi ha il senso di responsabilità deve provare ad usarlo fino in fondo.


Cercheremo ancora una volta di gestire questa situazione generale, così diseguale, convulsa e per certi versi drammatica, con la sensibilità e determinazione necessaria. La speranza è di trovare ancora una volta, così come sempre avvenuto, condivisione e risposte da parte di una categoria che è certamente stanca e pronta (ma non tutta)a protestare, purchè si affrontino temi sostanziali e obiettivi perseguibili.

 

SUI TRASPORTI ECCEZIONALI

 

Ora un Governo che lascia passare quattro mesi senza nulla  fare di concreto per affrontare la questione dei trasporti eccezionali merita di essere messo sotto accusa. Non è solo l’autotrasporto ad essere in difficoltà ma l’intera filiera di chi ha la necessità di trasferire pezzi eccezionali per peso o dimensione. Ora che la caduta di un ponte sembra aver posto all’attenzione di molti il tema del trasporto dei coils che, (per il solo scopo di far costare meno il trasporto è stato anni fa consentito, senza le valutazioni approfondite su quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze),e ne faccia pagare le conseguenze a quegli operatori che esercitano in modo professionale  l’attività nel trasporto eccezionale, è una ingiustizia profonda.


I comportamenti che non esito a definire  vessatori; gli ostacoli che la burocrazia, per tutelarsi, mette in atto per rilasciare i titoli autorizzativi; le autostrade che applicano pedaggi aggiuntivi per le verifiche di stabilità, disposti  per una maggior sicurezza ma richiesti ad ogni transito, anche se la verifica non viene effettuata certamente tutte le volte, sono una vera vergogna. Tutto questo avviene  nell’indifferenza sia di chi è altrettanto interessato al trasporto (l’Utenza); sia per la connaturata debolezza degli autotrasportatori  che si caricano i costi aggiuntivi senza nulla chiedere ai committenti, ma soprattutto a causa di una classe politica che, avvisata per tempo di quanto avrebbe potuto succedere, ha preferito (per 10 anni) non scontentare qualche potente di turno ed ha iniziato  con molta prudenza, ad occuparsene, solo  quando si è verificato l’evento che ha portato alla morte di un uomo. Qualcuno si dimentica che con questa trovata si sono penalizzati vettori che prima operavano nel trasporto coil con automezzi normali.


In un Paese serio con un Governo che si occupa anche dei problemi concreti degli operatori, questo sarebbe stato affrontato e risolto. Noi abbiamo avanzato proposte, che riteniamo giuste, ma chi se ne sarebbe dovuto occupare affrontando con disposizioni chiare da applicarsi in ogni ente interessato per garantire la sicurezza e le attività economiche, non ha fatto nulla. Le ultime notizie fanno sapere che grazie alle pressioni e richieste di intervento finalmente, dopo una riunione dei vertici ministeriali, saranno emanate direttive omogenee. Staremo a vedere; noi siamo pronti a collaborare.


Lasciateci però chiaramente dire che il comportamento è stato ridicolo!

 

ALBO E MOTORIZZAZIONI

 

Altro aspetto il funzionamento dell’Albo e degli uffici delle motorizzazioni. Anche qui le cose non vanno. Dopo mesi e assicurazioni il sistema per accedere al sistema informatico dell’Albo funziona a senso alternato. Basta osservare il numero delle imprese che sono riuscite ad effettuare il rinnovo dell’iscrizione. Eppure chi ha operato per dare all’Albo un sistema informatico funzionante che assegnasse all’organismo quei compiti  atti ad individuare le imprese regolari da quelle che non lo sono avrà ricevuto il compenso pattuito. Sull’Albo si regge gran parte della riforma concordata con il Ministero. Allora è giunto il momento di dire: basta con le chiacchiere! Il sistema (lo abbiamo  testato in diverse associazioni  territoriali) non sempre funziona. Senza l’iscrizione le pratiche necessarie per l’esercizio dell’attività, penso  alle revisioni o immatricolazioni, non vengono effettuate o lo sono con molto ritardo. Non credo sfugga che per coloro che operano all’estero questo rappresenti un grosso problema.  Noi siamo convinti sostenitori dell’Albo e delle sue funzioni ma se non entra nella sua piena attività diamo ragioni a chi è interessato a sopprimerlo!


Un ulteriore problema, ormai insostenibile,  è legato ai tempi delle revisioni. Certamente non è colpa di chi è adibito a tali funzioni, ma vorrei che qualcuno ci consigliasse come rispondere alla domanda del perché si potenziano gli addetti dedicati all’Authority dei trasporti e si estende alle imprese che hanno un fatturato di  cinque milioni di euro la richiesta di contributo (per altro a nostro avviso non dovuto) per sostenerne i costi  e nulla si fa per rendere funzionali gli uffici periferici delle motorizzazioni. Esiste qualche responsabile in condizione di fornire una giustificazione  convincente, senza dimenticare che: ben due rappresentanti del Ministero (Sen. Del Basso De Caro e l’on.le Maurizio Lupi), in tempi diversi, hanno sostenuto la non obbligatorietà del versamento del contributo da parte delle imprese di  autotrasporto e che si attende un pronunciamento in merito da parte della Corte Costituzionale? Perché non si autorizza il Ministro Delrio ad integrare gli uffici territoriali della Motorizzazione ed invece si allarga la platea degli operatori ai quali prendere soldi? Perché la riforma Madia sull’Aci non è ancora attuata? Perché non si decide di privatizzare le revisioni anche per i mezzi pesanti?

 

ABUSIVISMO E DUMPING SOCIALE

 

La sottoscrizione del documento a difesa dell’autotrasporto da parte di nove Ministri europei deve trovare atti immediati e formali. Non possiamo continuare a subire le conseguenze delle norme anti dumping  che nel frattempo vengono applicate in altri paesi nei nostri confronti, spesso accompagnate da misure atte ad ostacolare forme di abusivismo. Ora ci siamo rotti! Uniamoci ad altri Stati e tutti insieme affronteremo le reprimende delle Autorità comunitarie. Se è nostra intenzione tutelare il patrimonio dell’imprenditoria italiana invece di assumere le inefficaci e deboli iniziative che da parte del nostro Ministero del Wealfare sono state assunte, ( qualche funzionario europeo ha anche avanzato richieste di informazioni su alcuni aspetti) altri in Europa si difendono! Oltre ai danni anche le beffe! Così si incrementano gli spazi per chi riesce ad utilizzare queste situazioni per meglio aggredire e conquistare spazi di mercato. Ma così la rabbia della gente aumenta. 

 

SENZA DIMENTICARCI DEL RESTO…

 

Ho messo in fila questi aspetti ai quali vanno aggiunte le irrisolte questioni dei bonus treno/tir e del mare che hanno già prodotto la perdita dei finanziamenti dell’anno 2016; i tagli di 30 milioni sulle risorse per le riduzioni compensate dei pedaggi autostradali (30 mil.); la mancata emanazione della circolare Inps per il personale che opera prevalentemente all’estero; le norme sui tempi di pagamento; la pubblicazione, dopo la sentenza della Corte di giustizia dei costi della sicurezza; la ridefinizione delle risorse per le spese non documentabili. Una montagna di problemi che nel tempo si sono accomunati e che non sarà facile risolvere tutti in una volta. 


Siamo stanchi di dover fare l’elenco della spesa tutte le volte per mettere sull’avviso chi è deputato ad intervenire a farlo. O si individua un referente per il settore a livello governativo che sia anche in grado di coinvolgere, se necessario la stessa Presidenza del Consiglio, oppure aspettiamoci  che si abbiano ad innescare fenomeni già visti nel passato. La responsabilità non può essere a senso unico ma ricade in modo inequivocabile anche su chi ha il compito di governare il Paese.


PROROGATO L’ ALBO ED IL VERSAMENTO DELLE QUOTE

 

Al Senato nel decreto “Mille proroghe” sono state previste la proroga della scadenza del Comitato Albo, del versamento delle quote e dell’entrata in vigore del articolo 29, 1 quater per il trasporto Ncc. (Anche in questo caso la vergogna è palese. La proroga di una norma che ha creato confusione avviene dal 2009. In questi anni non si è mai  trovatala soluzione ed i cittadini subiscono le conseguenze, come la protesta di questi giorni dei taxisti. Complimenti a chi ha il potere e il dovere di decidere). Ne parlerò a parte.

 

RINNOVO CCNL

 

La riunione del fronte delle imprese aderenti alle federazioni presenti nell’Albo ha confermato pienamente la scelta assunta di voler stipulare (pronti  a procedere a tempi ristretti) il contratto del trasporto e della logistica. Il tema politico posto dalla parte sindacale non può essere l’elemento che priva i lavoratori del rinnovo del contratto. Per inciso si dovrebbe riflettere sull’allarme lanciato dalla Corte dei Conti sulla sostenibilità del sistema pensionistico che si regge sui contributi versati dai lavoratori attivi e da quelli in quiescenza. Non è certamente imputabile in modo esclusivo al nostro settore ma il ricorso, sempre più evidente, nell’attività di autotrasporto di delocalizzazioni o il ricorso a personale in somministrazione non aiutano certo a favorire il riequilibrio. In un mercato europeo le imprese cercano le condizioni che consente loro di poter competere, a parità di condizioni. Chi non comprende quello che è in atto si prende la grave responsabilità di incrementare questa pratica o di favorire la stipula di contratti sia a livello territoriale che aziendale che diverranno una consuetudine e determineranno anche mutamenti nella rappresentanza dei lavoratori. Comunque la delegazione datoriale, all’unanimità dei presenti, ha deciso di proseguire nella strada intrapresa per ottenere un contratto per il trasporto e la logistica. La decisione sarà comunicata alle rappresentanze dei lavoratori.


Anche su questo aspetto mi pare di cogliere una impostazione di fondo errata. Oggi non esistono più nel settore le medesime condizioni che hanno portato decine di anni fa alla stipula di un contratto unico. In quei tempi le imprese strutturate effettuavano le attività di spedizione e trasporto contemporaneamente. A queste si aggiungevano Le imprese che effettuavano la sola vezione. Da qui le ragioni di un solo ed unico contratto, sempre gestito dalle grandi imprese di spedizione e trasporto. Da allora si sono registrati evidenti mutamenti. Oggi le imprese di solo autotrasporto non esistono quasi più. Le imprese esercitano attività di logistica, spedizione, magazzinaggio operazioni a valore aggiunto ed anche la vezione. Insomma è cambiato il modo operativo e la struttura delle imprese. La maggior parte di queste si riconosce nelle federazioni che sono riconosciute rappresentative e siedono nell’Albo e certamente meno in una Confederazione. Imporre per forza l’individuazione di chi debbono essere le parti sociali è un controsenso che non conviene e non sta in piedi.

 

CONSIDERAZIONI PERSONALI

 

Il Paese non va bene. I dati diffusi dal Fondo monetario ci dicono che mentre la Spagna raggiungerà i livelli in essere nel 2011 entro quest’anno, per  l’Italia, se tutto va bene, occorrerà attendere sei anni. Il rapporto debito/ Pil è stabile e non migliora, i dati sull’occupazione, soprattutto giovanile, sono drammatici ed in questo quadro chi si dovrebbe occupare innanzitutto della gente e delle imprese si dilania su questioni che sono lette come battaglie per il potere tra i partiti. Così non ci si occupa dei problemi concreti si incrementa solo  la confusione ed il senso di disappunto nelle persone. Ormai la politica non sembra avere al centro del proprio operare il benessere delle gente e di chi intraprende; ma la molla è quasi sempre l’egoismo  e la ricerca del potere personale. In   questa situazione i veri dominanti sono i grandi poteri finanziari.


Sempre più ricevo sollecitazioni e lamentazioni, tutte giustificate, dalla situazione che emerge anche dalle comunicazioni che settimanalmente redigo. Agendo d’istinto spesso e volentieri  sarei portato a seguire le ripetute richieste che da una parte della categoria proviene a sostegno di una proclamazione di  fermo. Confesso che di fronte a certi atteggiamenti la tentazione mi viene. Poi guardando razionalmente la realtà trovo che tra coloro che si lamentano o che insegnano ad altri a fare gli imprenditori non sempre esistono esempi  luminosi. Constato anche la presenza di molti operatori che lamentano l’inattività delle federazioni ma quando vengono sollecitati ad assumere iniziative, oppure a ricercare insieme soluzioni, sono sempre molto impegnati nelle loro imprese. Alcuni dirigenti sindacali poi scordano le ragioni per le quali sono state ottenute soluzioni, o le volte che sono state evitate decisioni, che se attuate non sarebbero state gradite.   Vedo che taluni di loro, anziché comprendere come sia sempre più complessa l’attività di rappresentanza, cerchino solo la visibilità o, e questo è male, il proprio tornaconto personale. Questo risulta evidente se e quando hanno la possibilità  di intrattenersi con i rappresentanti delle Istituzioni  comunitarie o nazionali. Quasi sempre e in gran parte si dimenticano del ruolo di rappresentanza e di avere il dovere di tutelare il più possibile numero di operatori.


A torto si pensa che solo perché  faccia parte di una rappresentanza sindacale ognuno debba sapere ed essere informato di tutto. Così non è! Se le osservazioni hanno una funzione costruttiva occorre che chi ritiene di dover evidenziare correttivi si faccia parte diligente e si metta a disposizione della struttura perché tutti insieme si possano al meglio affrontare i vari temi. Se invece ognuno pensa di rivolgersi alla struttura di rappresentanza solo quando pensa possa trarne utilità o si limita a criticare senza formulare ipotesi razionali e sostenibili, il risultato è indebolire tutto il sistema.


“Se dovete brontolare, biasimare e trovare errori, fatevi forza e criticate costruttivamente, perché fin quando fate parte di una istituzione non potete estraniarvi e condannarla con una semplice parola; colpireste voi stessi. Se poi vi unite al primo soffio di vento che si presenta, questo spazzerà via anche voi. E probabilmente non sapreste mai il perché. (Socrate)


Se vogliamo essere onesti dobbiamo riconoscere come da parte di molti di noi vi sia l’errata convinzione che spesso chi opera per portare avanti le esigenze di carattere generale, utilizzando i contatti necessari e talvolta i rapporti personali, nell’interesse generale, sia invece  disattento o abbia disegni di altra natura.  Resto convinto che se non ci si convince che l’unica condizione per provare a far crescere un settore, che è altrimenti destinato alla consunzione,  sia quella di dare vita ad una rete di rappresentanza e soprattutto cercare di trovare le condizioni per essere realmente una forza.


Sono convinto che solo intraprendendo la strada della collaborazione effettiva ed evitando di pensare che il proprio problema sia decisivo per l’intero mondo, si possa far compiere quella crescita necessaria per tutti. Più ascolto, maggior collaborazione e spirito di servizio, sono le caratteristiche che creano le condizioni per una crescita complessiva. Domandiamoci poi sempre a chi trae i benefici da certe iniziative. Se la risposta è per iniziative a favore del settore la strada è giusta; se è invece  vi è il tornaconto economico personale o aziendale, forse è bene diffidare.

 

TRANSPOTEC A VERONA

 

La prossima settimana si terrà l’edizione del Transpotec a Verona. Molti sono stati invitati a manifestazioni che si terranno. E’ una occasione di incontro e noi saremo presenti, non solo a livello associativo, ma anche con la struttura di servizi che da anni è parte del nostro mondo. Le dirigenza della Fai/Conftrasporto, io per primo, sarà presente ai massimi livelli per essere a disposizione di tutti coloro che vorranno contattarci e perché no rappresentare le proprie doglianze o ipotesi di soluzione.

 

Alla prossima.

 

Paolo Uggè 

 

 

Fonte: CONFTRASPORTO

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