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10 Feb 2017

La Settimana Sindacale

UGGè_03

 

A cura del Presidente Paolo Uggè.

 

SITUAZIONE GENERALE

 

La settimana ha fatto registrare l’incontro, convocato dalla sottosegretaria Simona Vicari, sul tema ormai caotico creatosi nei trasporti eccezionali. La volontà comune espressa è quella di trovare un rapido sblocco della soluzione che sta paralizzando non solo l’attività di autotrasporto ma anche tutto l’intero sistema produttivo nazionale. Con un Suo comunicato ne da notizia la sottosegretaria che preannuncia anche una prossima emanazione di un direttiva.


Da voci ricorrenti sembra che la direttiva del Ministro dovrebbe disciplinare, in attesa di un ulteriore provvedimento di legge, l’intera materia del trasporto eccezionale. Diciamo subito che tale scelta da noi condivisa deve anche porsi la soluzione dei problemi che ricadranno sulle imprese che hanno effettuato investimenti. E’ bene rammentare che questo aspetto, datato nel tempo, trova responsabilità soprattutto nella committenza. La nostra federazione molte volte aveva messo in guardia sui rischi connessi  rispetto alla soluzione trovata, sostenendo che alla fine sarebbe ricaduta sugli operatori. Purtroppo siamo stati inascoltati da Ministri disinteressati e così molti operatori si sono trovati di fronte alla scelta di investire o  essere esclusi dalle commesse di trasporto. Nulla di nuovo il cetriolo, si usa dire, ha come destinatario sempre l’ortolano. Ora cercheremo di lavorare per trovare soluzioni equilibrate ma occorre tener ben presente che quanto innescato con il crollo del Ponte sulla Statale 36, costato la vita ad una persona, non è una vicenda di semplice soluzione. Gli interventi della magistratura, degli enti concessionari delle strade, le interrogazioni parlamentari, le inchieste sulla stampa e ministri riottosi nel rispondere o se volete nel dire le verità, hanno generato questa questione ben intricata.


Una soluzione è tuttavia auspicabile esca nei prossimi giorni, passati i quali, credo che le decisioni assunte dagli operatori lombardi, presenti alla riunione tenutasi venerdì scorso, di ricorrere ad iniziative eclatanti diverranno irrinunciabili.


Relativamente ad un altro argomento ventilato in queste ultime giornate tendenti a prevedere la riduzione della compensazione dell’accisa una risposta alle prese di posizione assunte dalla Fai/Conftrasporto è stata fornita via stampa dal Ministro Padoan che in una dichiarazione ha escluso che l’eventuale misura avrà degli effetti negativi sull’autotrasporto. Il comunicato che Conftrasporto ha diramato martedì sera ha trovato la pronta risposta del Ministro sui quotidiani del giorno dopo. Ne prendiamo atto.


Ad una notizia positiva (vedremo nel proseguo comunque le evoluzioni)  ne è emersa subito un’altra che riguarda l’Autority dei trasporti, di segno opposto. L’Autorithy ha pensato bene di richiedere alle imprese che fatturano cinque milioni di euro un contributo per consentire la copertura delle sue attività. Ovviamente , anche in questo caso la nostra reazione è stata immediata e determinata. Abbiamo ricordato in un comunicato che pende di fronte alla Corte Costituzionale una questione di legittimità, su richiesta del  Tar di Torino, che le imprese sono già soggette ad un contributo annuale da versare all’Albo e che la legge non sembra attribuire la vigilanza sull’autotrasporto. La richiesta è per noi irricevibile e su questo non solo interverremo nuovamente sia sul Ministero dei trasporti che in ben due occasioni, prima con il sottosegretario Del Basso De Caro e successivamente con il Ministro Lupi, ha contestato la legittimità dell’iniziativa che in modo pervicace l’Authority insiste nel portare avanti, ma nel prossimo Consiglio chiederò il mandato per poterci costituire davanti alla magistratura amministrativa. Nella questione si inserisce un aspetto a dir poco ridicolo se non fosse inquietante e assurdo. Da tempo segnaliamo la necessità di potenziare l’organico del Ministero dei trasporti con ingegneri per garantirne la funzionalità. Ebbene la richiesta presentata dal Ministero competente, peraltro con la relativa copertura, è stata cassata dal Mef e quindi l’urgente necessità di inserire 280 ingegneri, indispensabili  per il funzionamento minimo delle motorizzazioni locali per ora è accantonata. L’assurdo è che invece si consente ad una Authority di richiedere alla gran parte delle imprese di autotrasporto una gabella per poter far fronte ai  maggiori costi, determinati da un incremento dell’organico. Un comportamento che rasenta l’ impudenza che meriterebbe veramente una marea di forconi per dare una risposta adeguata a questi ricercatori di potere. Ma la politica sembra essere interessata solo a stabilire le regole elettorali.


Intanto anche l’Olanda, dopo che ben nove Ministri hanno assunto una posizione comune sulle forme di cabotaggio illegale e di dumping sociale, ha introdotto normative adeguate per far fronte alla situazione che non accenna a risolversi. L’Italia non deve attendere un minuto in più e procedere nella medesima scelta. Si faccia fronte comune con quei Paesi che hanno avuto la determinazione di tutelare i loro interessi. Poi tutti insieme si procederà a difesa dei singoli provvedimenti. Non ritengo che l’Unione Europea con la situazione esistente abbia il coraggio o la forza di mandare alla Corte di Giustizia nove paesi in una volta sola. Noi siamo pronti a supportare ogni iniziativa in quella direzione che il ministro del Rio intenderà assumere.


Vi è una curiosità che vorremmo ci fosse chiarita ed è come sia possibile che, dopo aver firmato una intesa che doveva destinare risorse per il trasporto combinato Ferro/Mare, sui quali il via libera della Commissione Europea è stato fornito, ad oggi le disposizioni non siano state emanate con il risultato di perdere quanto  destinato a copertura per l’anno 2016. A questo si aggiunge la circolare Inps sui conducenti che in modo prevalente operano  all’estero e sui pedaggi autostradali che hanno subito un taglio sui fondi strutturali su quanto previsto in bilancio. (il taglio è stato pari a 30 milioni). Se si vuole che si apra una vertenza con una proclamazione di fermo, questa è la strada.


A queste evidenze si aggiungono le disfunzioni delle motorizzazioni e quelle di un Albo che ormai anziché tutelare l’attività di autotrasporto sta divenendo  un ostacolo. Anche su questo vorremmo comprendere le vere ragioni per le quali una società specializzata, ovviamente ricompensata, non riesca a far funzionare il sistema informatico che consente l’iscrizione all’Albo. Si è a conoscenza che senza il rinnovo dell’iscrizione non si effettuano pratiche o revisioni e che soprattutto per chi opera all’estero vi è la conseguenza di essere respinti in quanto non in possesso di documentazione idonea è sempre più in atto?
Nelle giornate dal 22 al 25 febbraio al Transpotec di Verona vi sarà l’occasione di interloquire direttamente con la categoria e perché no? Assumere le decisioni utili a rimuovere questa situazione di stallo.


Il Governo e le forze politiche debbono comprendere che o il settore viene messo nelle condizioni atte a poter competere oppure il destino di migliaia  di operatori e loro dipendenti è segnato. Si dovrebbe sapere che quando si mette nell’angolo qualcuno, la reazione diventa una conseguenza. Ma questo vuol dire che il Paese va alla deriva completamente. Qualcuno mira a questo?


Lunedì si è svolta la Presidenza  Fai che ha confermato la posizione assunta sul contratto di lavoro che è in linea con le decisioni già assunte unitariamente alle altre federazioni. Disponibilità a  trattare e trovare in tempi rapidi una intesa ma nella chiarezza delle parti contraenti.


UNA RIFLESSIONE IMPORTANTE


In queste vicende abbiamo potuto notare la totale inesistenza di una nuova associazione ( ma sarà poi giusto denominarla in tal modo?) che un “principe del mare” tenta di lanciare nel variegato  mondo della rappresentanza. Agli operatori che hanno deciso (quanto spontaneamente non è dato sapere) di aderire a questa entità vorrei chiedere se il nascondersi sia un modo nuovo di rappresentare i loro interessi. Vorrei anche far notare che senza le federazioni che svolgono attività di tutela, temi come l’accisa, l’Albo e le motorizzazioni, le questioni degli eccezionali, il rimborso per i conducenti che operano all’estero, e tutte le altre iniziative che producono riduzioni di costi, grazie alle quali anche soggetti che nulla fanno per sostenerle pensando solo come trarne vantaggi (sfruttano e succhiano il sangue del lavoro di altri proprio come pidocchi) agli imprenditori non arriverebbe nessun aiuto né alcuna tutela. Esiste forse chi immagina che il” principe del mare” sostenga le iniziative a favore della categoria per puro spirito di solidarietà? Ancora una volta l’obiettivo pare più essere di sfruttare il lavoro di altri per acquisire spazi per sé. In una realtà dove esiste un solo padrone esiste l’obbedienza; in una realtà composita, come sono le associazioni, che rispondono ad uno statuto e regole ben precise, le scelte avvengono per consenso, e non calate dall’alto ma la dirigenza risponde del proprio operato sulle scelte che ha condiviso insieme a tutti gli aderenti. Se mancano questi elementi che sono alla base di ogni realtà associativa democratica si opera in solitudine e chi si muove in tale ottica ottiene solo l’obiettivo di indebolire la categoria. Meditate…

 


Alla Prossima.


Paolo Uggè

 

 

Fonte: CONFTRASPORTO

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