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17 Gen 2017

Logistica: in attesa di Etihad a Parma, un nuovo grande polo a Piacenza

LOGISTICA_PARMA_PIACENZA

 

Multinazionale immobiliare controllata da un fondo di Singapore su un'area di circa 960mila metri quadrati.

 

Chiudono le industrie e aprono gli hub. Il commercio mondiale ha da tempo ridato vigore alla logistica: le merci sono spesso prodotte altrove, dove il costo del lavoro è più basso, e i consumatori che acquistano con un clic sullo smartphone si aspettano che il pacco arrivi nel più breve tempo a un'orario preciso della giornata.



Per questo zone nevralgiche come l'Emilia diventano appetibili per i giganti dell'economia globale. In attesa che a Parma parta la riqualificazione in versione cargo dell'aeroporto Giuseppe Verdi di Parma, ecco che a Piacenza starebbe per investire niente meno che Alibaba, colosso cinese e dunque mondiale dell'e-commerce.



"Un disastro da 900mila metri quadrati di cemento che per la nuova legge urbanistica regionale non verrebbe nemmeno contabilizzato" attacca Legambiente nei confronti del progetto previsto a Roncaglia.



Ugualmente critica l'associazione contro l'intervento a Baganzola di Parma: "Le uniche certezze riguardo al progetto del nuovo aeroporto sono l'impatto ambientale, per il consumo di suolo e l'aumento dell'inquinamento, e le conseguenze per la salute dei cittadini a causa del rumore notturno".



Quanto al nuovo polo logistico piacentino, si tratta di "una proposta avanzata da una multinazionale immobiliare controllata da un fondo di Singapore - probabilmente per conto del colosso Alibaba - che riguarderebbe un'area enorme di circa 960mila metri quadrati mq (circa 100 ettari  attualmente agricola, e solo in parte prevista in espansione dagli strumenti urbanistici esistenti. Si tratta della cementificazione di un’area enorme, che da sola farebbe impennare il consumo di suolo di Piacenza e della Regione, che oggi fortunatamente viaggia a regimi ridotti rispetto al passato. Non ci sono alternative al rifiutare un simile scempio, se le istituzioni locali e regionali non vogliono perdere la faccia rispetto alle dichiarazioni sul voler fermare il consumo di suolo".



Legambiente tira in ballo la legge urbanistica attualmente in discussione in Regione: "Un intervento come quello avanzato a Piacenza non verrebbe contabilizzato rispetto al tetto di consumo di suolo previsto: sia perchè presentato nel periodo iniziale di moratoria (di almeno 4 anni) sia perchè  interventi definiti di carattere "strategico" starebbero comunque fuori dalle limitazioni imposte dalla legge".



Secondo l'associazione per interventi di questo genere "deve scattare la via prioritaria al recupero dei capannoni dismessi e alle zone degradate, e devono esserci scelte partecipate dai cittadini. Percorsi certamente meno scontati della mera trasformazione di aree vergini, ma su questa sfida passa il confine tra essere un area che nel contesto globale prova a guidare il percorso verso il futuro, o che semplicemente si piega ad essere terra di conquista per il migliore offerente". Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: LA REPUBBLICA - PARMA

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