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16 Gen 2017
Cico è partito.
Ci ha lasciati, d'improvviso e senza clamore, uno dei nostri amici più cari; uno dei fondatori di Assotir; un autotrasportatore e, prima e più ancora, un camionista vero.
Con Massimo Serafini, morto oggi a 64 anni, l'autotrasporto associato perde un prezioso punto di riferimento.
Cico, infatti, sin dai lontani anni '80, ha compreso che, se si è piccoli, non si può vincere se non unendo le forze, le intelligenze e la determinazione.
E per questo si è sempre e con passione battuto, sia sul versante imprenditoriale che su quello sindacale.
Le idee di unità e di cooperazione le ha innanzi tutto spese nel suo Consorzio, la Cooperativa Artigiana Autotrasportatori di Fiumicino, di cui è stato, negli anni, uno dei più stimati dirigenti.
Lo ha fatto nel Consorzio Federtrasporti, cui la C.A.A.F. aderisce, sognando che dall'unione di tante sin dalla fondazionepiccole e medie realtà territoriali potesse nascere un campione nazionale.
Lo ha fatto quando, insieme ad altri valorosi amici e colleghi del Lazio e della Toscana, si diede vita a quel Consorzio AgroAlimentare che per qualche stagione sembrò, per decine di artigiani monoveicolari organizzati in Consorzi e Cooperative dalla Provincia Pontina al Grossetano, poter rappresentare davvero un diverso modo di essere protagonisti del mercato riuscendo a diventare, in breve, interlocutore e fornitore di servizi di trasporto per colossi del settore come la Ferruzzi di Raoul Gardini, a quel tempo protagonista assoluta nel settore delle granaglie.
Ma la sua convinzione del valore dell'unità Massimo l'ha spesa soprattutto sul piano sindacale: dapprima nella Fita/Cna, Associazione da cui molti di noi provengono, e poi, giudicata esaurita una fase della vicenda sindacale del settore, fondando, insieme ad altri pochissimi coraggiosi, quell'ASSOTIR di cui è stato, negli anni, uno dei più fedeli e stimati dirigenti.
Cico e Anna sul Monte Amiata
Con ASSOTIR e poi, dopo l'unificazione con Transfrigoroute Italia, con T.I. ASSOTIR, Cico ha vissuto una fase "eroica", quella delle prime grandi manifestazioni che hanno mostrato ai romani, con le iniziative sul GRA cui si riferiscono le nostre immagini, e poi con l'"assedio" del Centro di produzione Rai di Saxa Rubra, che le merci non arrivano per incanto sui banchi dei supermercati o sulle tavole degli italiani, ma grazie al lavoro oscuro e spesso misconosciuto, di tanti piccoli imprenditori che, come lui, anche quando la malattia ha iniziato a colpirlo, mai ha rinunciato a separarsi da quello che - dopo la famiglia - era il suo vero e grande amore: il camion, di cui tutto conosceva e tutto padroneggiava.
Con lui, con Claudio Donati, con Peppe Forgione, Anna Manigrasso e tanti altri colleghi - come Enrico Milani, imprenditore, ma soprattutto camionista come lui - si sono snodati oltre 30 anni di piccole e grandi vicende in cui Massimo ha sempre avuto un posto privilegiato.
Mancheranno a tutti noi il suo culto dell'onestà a tutti i costi e del rispetto delle regole; le sue corrosive battute verso un sistema che sembra sempre più privilegiare la difesa ostinata ed egoistica del proprio piccolo spazio di potere; la sua critica, mai malevola e tuttavia mai doma, a un sistema in cui chi lavora e fatica viene spesso considerato come un "illuso", uno che non ha capito come ci si possa arricchire facilmente e senza sforzo.
Soprattutto ci mancherà la sua amicizia ed il suo incoraggiament0.
Barra diritta, Cico!
E quando ti fermerai per la pausa, guarda dietro di te: ci troverai tutti qui a percorrere la strada che insieme abbiamo iniziato e che davvero vale la pena continuare a macinare.
Fonte: ASSOTIR