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14 Dic 2016

Il Parlamento UE ha approvato il regolamento sull'accesso al mercato dei servizi portuali e sulla trasparenza finanziaria dei porti

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Compromesso accettabile e migliorativo rispetto alla proposta originaria della Commissione del maggio 2013.

 

Oggi, con 546 voti a favore, 140 contrari e 22 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato la proposta di regolamento che istituisce un quadro normativo per l'accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria dei porti. «Dopo 15 anni di discussione sulla politica europea dei porti - ha sottolineato con soddisfazione il relatore, Knut Fleckenstein - abbiamo finalmente trovato un accordo: i modelli di gestione dei porti esistenti possono essere mantenuti e per la prima volta vi è un'enfasi sulle buone condizioni di lavoro, che sono una parte importante della competitività dei porti e un punto per noi non negoziabile». «La trasparenza finanziaria - ha aggiunto Fleckenstein - è al centro dell'accordo, che dovrebbe facilitare il lavoro della Commissione su un regime di aiuti di Stato coerente e favorire gli investimenti nei porti».


Sull'accesso al mercato dei servizi portuali, come già lo scorso marzo, il Parlamento dell'Unione Europea ha confermato la decisione di non imporre un modello specifico di gestione dei porti marittimi, anche se sono previste alcune condizioni qualora si intenda stabilire dei requisiti minimi per i fornitori dei servizi di rimorchio, ormeggio, bunkeraggio e raccolta dei rifiuti navali oppure per limitare il numero dei prestatori di tali servizi. I porti, ad esempio, potrebbero limitare il numero di fornitori di servizi al fine di garantire la sicurezza e la sostenibilità ambientale.

Le nuove norme, che dovranno ora essere approvate dal Consiglio dell'UE, prevedono anche attività di formazione per i fornitori di servizi portuali in materia di salute e sicurezza.


Relativamente alla trasparenza finanziaria dei porti, il provvedimento introduce l'obbligo per le autorità portuali di mostrare in modo chiaro nei loro sistemi di contabilità i fondi pubblici che hanno ricevuto e include altre disposizioni per migliorare la trasparenza sui metodi di definizione dei costi dell'uso delle infrastrutture. Inoltre gli Stati membri dovranno garantire che sia introdotta una procedura efficace per gestire i reclami dei passeggeri.


Anche i servizi di movimentazione delle merci e dei passeggeri, che saranno esentati dalle norme sull'organizzazione dei servizi portuali, potranno essere invece soggetti a quelle sulla trasparenza finanziaria.
L'European Sea Ports Organisation (ESPO) ha accolto con soddisfazione l'approvazione del testo finale del provvedimento legislativo evidenziando che si tratta di «un compromesso accettabile» e, «per molti versi, un significativo miglioramento rispetto alla proposta originaria della Commissione del maggio 2013».


L'associazione dei porti europei ha manifestato apprezzamento soprattutto perché per il testo finale del provvedimento garantisce un quadro flessibile per l'organizzazione dei servizi portuali nel rispetto della diversità dei porti europei consentendo diversi strumenti, ovvero limitare il numero di fornitori di servizi portuali o stabilire i requisiti minimi per i fornitori oppure ancora consentire la fornitura di servizi portuali da parte degli stessi gestori dei porti (“operatore interno”). Inoltre l'apprezzamento dell'ESPO è rivolto all'introduzione delle misure per assicurare una maggiore trasparenza finanziaria nel momento in cui i porti ricevono finanziamenti pubblici e al modo in cui «le disposizioni inizialmente molto prescrittive sulle relazioni con gli utenti e con gli stakeholder sono state modificate a favore di principi generali più realisticisu come trattare con le parti interessate e con gli utenti portuali».

ESPO ha espresso parere favorevole anche sul fatto «che il concetto di “Organismo di Vigilanza Indipendente” sia stato abbandonato a favore di una misura più pratica e meno burocratica che stabilisce un buon meccanismo di gestione dei reclami».


Infine l'associazione che rappresenta i porti europei è soddisfatta della decisione «di non ampliare attraverso questo regolamento il campo di applicazione della direttiva 2014/23/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione».


L'associazione si è invece rammaricata del fatto che «i governi nazionali non abbiano mostrato maggiore ambizione nel muoversi verso un quadro chiaro che definisca le modalità con cui le autorità portuali devono determinare i propri costi e sviluppare la propria strategia finanziaria. I porti europei - ha sottolineato ESPO - ritengono che la domanda di una riduzione dei finanziamenti pubblici per i porti possa essere soddisfatta solo se le autorità portuali possono gestire autonomamente la loro situazione finanziaria e decidere come strutturare e ottimizzare le loro entrate».

«Anche se il testo finale del regolamento darà alle autorità portuali europee la possibilità di determinare il livello e la struttura dei costi delle infrastrutture portuali e di entrare in trattative individuali con gli utenti - ha rilevato ESPO - resta da vedere in che misura i governi nazionali potranno limitare questo potere negoziale delle autorità portuali fissando requisiti generali all'interno della loro politica nazionale porti». A tal propositivo ESPO, tuttavia, confida che grazie al nuovo regolamento «gli Stati membri si renderanno conto che dare alle autorità portuali il potere di negoziare e di sviluppare la propria politica tariffaria è il modo migliore per migliorare la competitività dei porti europei e la parità di condizioni tra di loro».


«Il voto di oggi - ha commentato Isabelle Ryckbost, segretario generale dell'European Sea Ports Organisation (ESPO) - deve essere visto come un momento storico. Vorremmo congratularci con il Parlamento, la Commissione e il Consiglio per il raggiungimento di questo risultato dopo tanti anni di discussioni. Noi siamo grati soprattutto al relatore e ai relatori ombra che hanno dimostrato molta comprensione per la specificità del settore portuale come emerso nel corso del dibattito di lunedì. Il loro lavoro ha permesso di trovare un terreno comune per questo testo legislativo. Ora - ha concluso Ryckbost - possiamo finalmente voltare questa pagina e lavorare sulle numerose sfide che i porti europei si trovano oggi ad affrontare, in particolare l'agenda sull'agevolazione degli scambi, la decarbonizzazione, gli investimenti nei porti e dei loro collegamenti con l'entroterra».

 

 

Fonte: INFORMARE

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