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25 Nov 2016
SITUAZIONE GENERALE
Settimana che ha fatto registrare la risposta scritta della Sottosegretaria Vicari alle questioni che Unatras ha sollevato ancora rimaste irrisolte.
Non possiamo dirci soddisfatti, pur riconoscendo l’impegno della Senatrice, delle risposte fornite. Le misure ed i provvedimenti attesi, che è bene ricordare, coinvolgono altri dicasteri, non sono ancora atti concreti e questo non può passare sotto silenzio. La questione è di natura politica e coinvolge la responsabilità di chi ha il compito di coordinare il lavoro dei singoli Ministeri. Scaricare sul Ministero dei trasporti la gestione di un protocollo che coinvolge l’insieme dell’Esecutivo non è né produttivo né corretto.
Sappiamo bene come la campagna referendaria veda gli uomini di Governo, e della politica in generale molto impegnati. Anche se l’attenzione del mondo politico è concentrata sull’evento, riteniamo che lo spazio per un incontro si debba trovare nei confronti di una rappresentanza che si è sempre dimostrata ragionevole e disposta a ricercare soluzioni. Se ci si vuol spingere a passare ad una fase diversa di natura rivendicativa è una scelta inopportuna e qualcuno dovrebbe valutare bene le implicazioni che questo comporta.
Vi sono tuttavia alcuni aspetti che toccano direttamente le competenze del Dicastero dei trasporti delle quali non si può far finta non esistano.
Sulle giornate di divieto non si può affermare genericamente che il calendario è di fatto rimasto identico perché non è così; sui costi minimi della sicurezza, dopo che si è registrato un pronunciamento così chiaro della Corte di Giustizia non è possibile trincerarsi dietro la richiesta di parere, rivolta al signor Petruzzella, presidente dell’Agenzia della Concorrenza, che ha già dimostrato oltre tutto da che parte è schierato. La sentenza del 2013, è bene ricordare, non aveva bocciato così evidentemente la norma dei costi minimi ma aveva eccepito l’incompatibilità con il principio comunitario che vieta i patti di cartello. Infatti l’ultimo pronunciamento lo ribadisce con chiarezza. Il Ministero deve quindi assumere l’iniziativa non chiedere il permesso all’Autorità. Anche sui tempi di pagamento non si può sostenere che il problema non esista. Si trovino allora soluzioni idonee per garantire il rispetto di una legge dello Stato. Unatras ha per questo formulato una proposta nuova che non va a toccare principi di carattere generale ma può essere utile a far sì che forme di illegalità siano affrontate e magari vinte. Si entri nel merito e si apra un confronto. Chi governa ha il dovere di assumere le responsabilità; le rappresentanze di valutare le risposte, e, se negative, decidere come affrontarle.
Infine sulle norme atte a fronteggiare il dumping sociale non si può attendere che la Commissione europea si pronunci. Si presenti un provvedimento di legge simile a quello di altri Paesi e con loro si sostenga in sede comunitaria la necessità di ottenere le modifiche. Mentre si attendono risposte all’interpello in altri Paesi si agisce a difesa delle proprie imprese. Ma le nostre?
Non ci sfugge che esistano complessità ma non è possibile far passare sotto silenzio l’arroganza di certi burocrati che sostengono che i provvedimenti siano stati concertati solo con il dicastero dei trasporti. La sottoscrizione è avvenuta con un rappresentante del Governo (Sen. Del Basso De Caro) ed ha ottenuto anche la validazione del Parlamento. Che si vuole di più?
Attenzione, dunque! Nel passato il Governo ha superato un momento difficile nel quale i forconi hanno provato a bloccare il Paese, grazie al senso di responsabilità di federazioni che oggi non sono in grado di accettare affermazioni così superficiali, rilasciate da chi, oltre tutto senza aver la rappresentanza politica, mette in discussione un accordo sottoscritto.
Ognuno può avere le proprie idee ma per noi, vista anche la disponibilità dichiarata dalla Sottosegretaria, è comunque utile un incontro sui nostri problemi. Questo senza venir meno alle posizioni già espresse.
A PROPOSITO DI SISTRI
La scorsa settimana abbiamo dato notizia dell’intervento del dottor Maurizio Quintaiè al convegno che ha affrontato i temi legati alle norme sul trasporto dei rifiuti. Poiché sono giunte richieste di approfondimento da parte di alcune associazioni territoriali, informiamo, chi fosse interessato ad avere l’intera relazione che ripercorre i vari passaggi avvenuti, di richiederla in segreteria.
MIRACOLI ASSOCIATIVI
Leggiamo, non senza provare un minimo di incredulità, l’intervista del presidente della nuova associazione che cerca di darsi un ruolo nel mondo del trasporto e della logistica. Abbiamo già evidenziato quelli che per noi possono essere i veri obiettivi della nuova realtà. Ognuno è in grado di valutare.
Non sapevamo tuttavia che la sola appartenenza a quella associazione determinasse episodi miracolosi. Chi non conosce il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci raccontato nei Vangeli? Ebbene secondo le affermazioni del leader della associazione questo si sarebbe verificato per i quaranta operatori che hanno partecipato alla sua costituzione. A detta del nuovo leader i quaranta imprenditori sarebbero il possesso di circa cinquantamila autoveicoli (esisterebbero in Italia quaranta imprese con più di mille veicoli ciascuna… mah!) E’ proprio il caso di classificare questa moltiplicazione come un nuovo miracolo.
Nell’attesa che qualcuno si documenti sul settore dell’autotrasporto, Conftrasporto è riuscita a trovare una soluzione al problema dell’Iva per le imprese di cabotaggio marittimo locale. Una misura che chi si è occupato, fino ad oggi dei problemi dell’armamento, non è mai riuscito ad ottenere.
Un’ultima chiosa mi sia consentita: il mare bonus non è una richiesta di chi vuole ergersi ad interprete delle reali esigenze delle imprese di trasporto e logistica. Nasce da una precisa richiesta di Conftrasporto la richiesta di sostenere l’intermodalità. Altri dov’erano?
IN CONFCOMMERCIO LA GIORNATA DELLA LEGALITÀ
Presenti il Ministro Alfano, il comandante Generale della Guardia di Finanza, ed autorevoli parlamentari si è svolta, come ogni anno la giornata della legalità. 26,5 miliardi il costo all’anno per le imprese che le forme di illegalità e abusivismo, favorite da una carenza di controlli, scaricano sul Paese rendendolo anche meno competitivo.
Anche il settore del trasporto paga le conseguenze di questa situazione. Non v’è dubbio che le merci che sono frutto di contraffazione non si materializzano nei negozi o sui luoghi di distribuzione ma vengono, per forza di cose movimentate dal trasporto. Regole e controlli dunque sarebbero una soluzione che, in tutta evidenza, avrebbe impatti positivi anche per le attività che Conftrasporto rappresenta.
CONFCOMMERCIO SUL REFERENDUM
La Confederazione ha affrontato, nell’ambito del consiglio generale tenutosi in settimana, questo argomento delicato che sta coinvolgendo i cittadini italiani. Dopo un ampio confronto (ricordo che a differenza di altri Confcommercio ha effettuato un’ampia azione di informazione, sia affrontando il tema nel corso della conferenza organizzativa di Chia Laguna a settembre, dove si sono confrontati gli esponenti del si e del no i due fronti, sia facendo conoscere le modifiche apportate), la decisione assunta è stata quella di non influenzare in alcun modo la libertà di scelta di ogni singolo imprenditore associato. La condivisione sulla necessità di rendere più funzionale le norme fondamentali per la vita del Paese era già stata sostenuta dal presidente confederale nel corso dell’assemblea generale di giugno, alla quale era presente il Presidente del Consiglio. Le valutazioni nel merito tuttavia spettano ad ogni singolo elettore che ha il diritto di compiere valutazioni di merito sulle modifiche apportate al testo costituzionale. Confcommercio, e noi concordiamo, ritiene di non dover dare delle indicazioni di voto in quanto fedele ad un principio che non l’ha mai vista schierarsi pro o contro nelle competizioni elettorali. Compito di una realtà associativa è di informare e dare chiarimenti, se richiesti, senza schierarsi per un fronte o per l’altro.
Conftrasporto non fa certo fatica ad adeguarsi a tale scelta in quanto è nostra consuetudine nelle tornate elettorali politiche (e mai come in questo referendum vi è la caratterizzazione politica) non legarsi a parti. Sui contenuti delle modifiche referendarie abbiamo già fornito la nostra condivisione su alcune di esse, pur senza nascondere come per alcune si renderà necessario intervenire con Leggi ordinarie che saranno discusse dalla Camera dei Deputati che diverrà, l’Assemblea con il potere decisionale.
Questo inevitabilmente lega la riforma costituzionale al nuovo sistema elettorale che stabilisce le modalità con le quali si andrà a votare. Un esempio viene su un tema che riguarda i trasporti eccezionali. E’ stato detto che con le modifiche alla Costituzione i trasportatori non dovranno più richiedere i permessi a tante regioni in quanto , se passa il Si, verranno rilasciati da una sola regione. Questa prospettiva, di indubbio interesse, non entrerà in vigore subito dopo il referendum, come viene lasciato intendere sia perchè non esiste una mappatura delle condizioni delle strade, ponti e sovrappassi di tutto il territorio nazionale sia perché, anche dopo il recente incidente sulla S.S.36, i funzionari regionali vorranno, giustamente, essere sollevati dalla la responsabilità personali per il rilascio del titolo autorizzativo. Questo non per fare polemica ma per un dovere di informazione reale. Dunque un cambiamento, dato per realizzato, in realtà non potrà avvenire nei termini annunciati.
Da qui esce riconfermata l’impostazione secondo la quale ognuno deve fare le proprie valutazioni, ma dopo essersi documentato. Ovviamente i temi contenuti nelle modifiche costituzionali toccano molti altri aspetti sui quali è bene informarsi prima di recarsi alle urne.
Votare è un “doveroso diritto”. Ma consigliamo di esprimere il proprio voto dopo aver compiuto le proprie valutazioni per discernere le false promesse dai reali cambiamenti.
PARLANO DI NOI
Molti avranno visto o sentito parlare del servizio effettuato dalla trasmissione delle Iene sul rispetto che nel settore viene riservato ai tempi di guida. Siamo intervenuti a tutela dei tanti operatori professionali che non si riconoscono certamente in quel servizio. Il fenomeno esiste, purtroppo, ed ha parecchie sfaccettature, ivi compresa anche quell’unica faccia sulla quale si è costruito il servizio.
Alla prossima.
Paolo Uggè
Fonte: CONFTRASPORTO