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07 Nov 2016
Dopo una settimana dal crollo del cavalcavia sulla Statale 36, che ha causato un morto e quattro feriti, la Procura di Lecco ha iscritto tre ingegneri nel registro degli indagati, due della Provincia di Lecco e uno dell'Anas.
L'indagine sul grave incidente prosegue con l'analisi delle macerie del cavalcavia crollato mentre transitava un autoarticolato che trasportava coils in regime di trasporto eccezionale. Un consulente del Politecnico di Lecco sta analizzando le macerie del cavalcavia, mentre altri inquirenti stanno valutando la massa complessiva dell'autoarticolato (che poteva raggiungere legalmente le 108 tonnellate, secondo l'attuale normativa dei trasporti eccezionali).
Dopo i primi giorni d'indagini la Procura ha iscritto tre persone nel registro degli indagati tre persone a vario titolo per omicidio e disastro colposo e lesioni: due dirigenti della Provincia di Lecco (l'ente che gestisce la strada che passa sul cavalcavia), ossia il dirigente provinciale alla Viabilità e il responsabile del Servizio Concessioni e Reti Stradali, e un dipendente dell'Anas, capo del Centro Manutenzioni e responsabile dal 2011 della tratta della Statale 36 su cui è avvenuto il crollo (L'Anas è responsabile della manutenzione anche dei cavalcavia, che sono di sua proprietà). Per ora non sono indagati né l'autista né i responsabili della Nicoli Trasporti, l'azienda proprietaria dell'autoarticolato.
Secondo una prima ricostruzione, il cantoniere dell'Anas intervenuto sulla Statale 36 il 28 ottobre dopo una segnalazione di caduta di calcinacci (che ha chiuso una corsia della superstrada e ha ripetutamente chiesto la chiusura del cavalcavia) ha chiamato il suo responsabile, invitandolo sul posto per un sopralluogo. L'ingegnere arrivò però pochi minuti dopo il crollo del ponte. Leggi tutta la notizia
Fonte: TE - TRASPORTO EUROPA