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14 Ott 2016
ROMA - Una sparata quella di Legambiente che propone l’eliminazione di ogni “sussidio” per l’autotrasporto in conto terzi forse concepita come un utile assist al ministro Delrio per stringere i cordoni della borsa e tradire così le intese siglate lo scorso anno tra il Ministero dei Trasporti (con lo stesso Ministro) e le associazioni di rappresentanza, a valere per un triennio.
Una proposta pessima nel metodo, ridicola e disinformata nel merito. Come CNA Fita - ha commentato Cinzia Franchini, Presidente nazionale dell’associazione - abbiamo più volte aperto al dialogo anche con le associazioni ambientaliste a tra queste Legambiente condividendone l’ambizione di rendere la mobilità delle merci e delle persone più sostenibile. La nostra associazione si è mostrata spesso capace di proposte innovative finalizzate a razionalizzare gli incentivi economici; una fra tutte quella di trasformare i rimborsi sui pedaggi autostradali in sconti direttamente al telepass, non più a carico del contribuente bensì a spese dei concessionari. Sconti non generalizzati ma mirati a premiare nella gomma, modalità prevalente in Italia, il trasporto in conto terzi che garantisce la migliore efficienza nel load factor e quindi nella sostenibilità del trasporto. Proporre invece, come fa Legambiente, tagli indiscriminati, generalizzati ed evidentemente disinformati, non solo è pericoloso ma potrebbe rappresentare un dannoso boomerang che come risultato pratico avrebbe unicamente la sostituzione della gomma italiana con quella dell’est Europa.
Mi sorprende, oggi, il pressappochismo della proposta. L’associazione ambientalista confonde i sussidi nazionali con rimborsi, quelli delle accise, stabiliti da una direttiva europea che semmai mira e tenta l’armonizzazione del costo del gasolio professionale tra i paesi membri dell’Unione Europea. Inoltre attribuire all’autotrasporto in conto terzi l’esclusivo drenaggio di 3 miliardi (dato che a noi risulta enormemente sovrastimato) alla voce accise non solo è terrorismo ambientalista ma anche una affermazione cialtrona perché Legambiente sa bene che in quel paniere è compreso il Trasporto Pubblico Locale e il trasporto in conto proprio. Voci, queste ultime, che incidono per quasi la metà. Legalmente finge quindi di non conoscere il valore di un trasporto professionale in conto terzi che per vocazione tende a razionalizzare i suoi carichi e così facendo i suoi costi operativi e soprattutto sembra dimenticare come proprio a partire dalla scorso anno le associazioni di rappresentanza di questo settore abbiano rinunciato a tutti i rimborsi per gli autocarri Euro1 e Euro 2 intraprendendo così anche l’implicita relazione tra rimborso e il rinnovo del parco veicolare circolante in chiave ambientale. Tutto ciò in un momento drammatico dove la pressione di più fattori, come la perdurante congiuntura economica negativa, il dumping sociale e la concorrenza sleale da parte di aziende dell’est europa, costi operativi (gasolio, assicurazioni, pedaggi autostradali) ben oltre la media europea sta falcidiando, anno dopo anno da almeno 10 anni, le nostre imprese, grandi, medie e piccole.
Con queste affermazioni forse si vuole fornire il giusto alibi ad un Esecutivo a caccia di nuove risorse economiche senza però comprendere come colpire in questo modo l’autotrasporto italiano non renderebbe un favore al Paese, alla sua logistica e alla sua efficienza per non parlare della sicurezza e del valore di tante imprese artigiane che hanno garantito, nel tempo, flessibilità e professionalità. CNA Fita ha mostrato autocritica sapendo mettersi in discussione là dove spesso, da sola, ha indicato riforme necessarie per tagliare costi e strutture inefficienti pagati dalla categoria come dal contribuente, vedasi l’Albo dell’Autotrasporto. Ha mostrato coraggio nel sapersi contrapporre alle lobby dei concessionari autostradali e dei formatori chiedendo di tagliare i rimborsi di pedaggi che la stessa Autorità dei Trasporti insieme alla Corte dei Conti hanno decretato come iniqui e che anno dopo anno sono aumentati ben oltre la crescita economica del Paese.
Se il ministro Delrio, il Governo e magari anche Legambiente sono così interessati a recuperare risorse siamo disponibili a consigliare dove l’autotrasporto e il Paese tutto hanno interesse a recuperare efficienza. Per tutte le motivazioni elencate (ne mancano molte altre) mi auguro che questo modo superficiale, per slogan, di trattare questioni complesse non solo non venga recepito ma rispedito al mittente e magari si recuperi il senso profondo e politico di un confronto tra le parti in gioco.
Fonte: CNA - FITA