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10 Ott 2016

La Deutsche Post realizza il ''suo'' furgone elettrico

STREETSCOOTER_DEUTSCHE_POST_CONSEGNE

 

Il colosso della logistica Deutsche Post si è lanciato nella costruzione di veicoli elettrici per il recapito.

 

A forza di lasciare che la progettazione e la realizzazione dei componenti dei veicoli siano effettuate da aziende esterne, le case automobilistiche hanno finito con il rendere superfluo il loro ruolo, rendendo possibile la produzione di automezzi da parte di realtà assolutamente prive di esperienze produttive. Almeno per quanto riguarda i veicoli elettrici (per ora). La sorprendente situazione è concretamente testimoniata dal furgoncino elettrico Streetscooter realizzato dalla Deutsche Post, società tedesca che oltre a gestire il servizio postale della Germania è un colosso internazionale della logistica e dei servizi di recapito e corriere. Il prototipo Streetscooter era stato presentato nel 2013 come autovettura, subito seguito da un furgone destinato alle attività di distribuzione urbana. 

 

POSSIBILE LA VENDITA A TERZI - La prima sperimentazione pratica del furgoncino Streetscooter da parte della Deutsche Post cominciò con 50 esemplari impiegati nei servizi postali tedeschi. Oggi la flotta in servizio è già di un migliaio di Streetscooter e i programmi della Deutsche Post puntano a un ulteriore aumento del numero. Recentissimo è il nuovo Streetscooter Work L con un'autonomia di 100 km, dotato di un vano di carico di 8 metri cubi per un peso di una tonnellata sufficiente per 150 pacchi. Si prevede che la produzione venga portata a 5.000 unità all’anno, che significa l’intenzione della Deutsche Post di mettere sul mercato il suo Streetscooter. La decisione definitiva è prevista entro quest’anno.

 

VOLKSWAGEN MASTICA AMARO - L’entrata in servizio dei furgoncini Streetscooter nella flotta della Deutsche Post ha comportato la sostituzione di altrettanti mezzi a motore termico, per lo più Volkswagen Caddy. La cosa ha suscitato anche un commento dell’amministratore delegato del gruppo Volkswagen, Matthias Müller, il quale ha dichiarato di essere irritato dalla cosa e che farà di tutto per verificare se sia ancora possibile “mettere il piede tra la porta e lo stipite”, vale a dire entrare nel business della produzione dei furgoncini della Deutsche Post, di cui finora la Volkswagen era stata fornitrice praticamente esclusiva.

 

SUL MERCATO C’È TUTTO - Lì per lì la situazione può apparire strana ma in realtà non è altro che la conseguenza della sempre più forte esternalizzazione da parte delle case automobilistiche della progettazione e produzione dei componenti. Le statistiche di settore riportano che ancora nel 1980 la quota di un veicolo realizzata all’esterno degli stabilimenti delle case era del 56%, mentre attualmente si è su una percentuale dell’80%. Questa realtà ha finito col rendere disponibile sul mercato la totalità dei componenti necessari per realizzare un veicolo, quanto meno per quelli elettrici, permettendo così a qualsiasi azienda di “improvvisarsi” casa automobilistica. Proprio come ha fatto la Deutsche Post, che in questo modo ha potuto mettere a punto un prodotto rispondente esattamente a tutte le sue esigenze. 

 

MANCANZA DI OFFERTA - Questa ragione però non è stata la sola all’origine della iniziativa. Secondo Jürgen Gerdes, membro del consiglio di amministrazione della Deutsche Post, «la società si è trovata quasi nella necessità di procedere “in proprio” a causa dell’assenza sul mercato di furgoni elettrici». E da parte del gruppo Deutsche Post c’è stata anche la precisazione secondo cui alla decisione di diventare produttore è venuta quando hanno constatato che l’industria automobilistica snobbava le loro esigenze perché la produzione di quel tipo di veicoli non era remunerativa. 

 

L’ECONOMIA DELLA SEMPLICITÀ - Tutto ciò con ottimi risultati economici per la Deutsche Post: «Non avete idea quanto sia economico costruire i furgoni Streetscooter…» ha detto Gerdes. E del resto i veicoli elettrici sono meno complessi di quelli a motore termico, richiedendo meno componenti e meno manodopera. Inoltre trattandosi di veicoli da lavoro hanno sì bisogno di una notevole robustezza, ma al tempo stesso non necessitano del livello di finitura standard sulle vetture.

 

 

Fonte: AL VOLANTE.IT

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