Le Alpi hanno molti volti. Sono destinazione turistica e luogo di passaggio; sono la forza dell’imponenza e la fragilità di un ecosistema sensibile ai cambiamenti; sono le protagoniste e le testimoni silenziose dei numerosi viaggi quotidiani di camion e treni straripanti di merci.
“Attraverso le Alpi”, documentario di Giancarlo Bertalero e Filippo Ciardi, racconta i massicci spostamenti di tonnellate di prodotti attraverso tunnel e valichi alpini, interrogandosi sull’impatto che essi hanno sull’ambiente e sulla vita dei cittadini di gran parte dell’Europa.
“L’idea di questo documentario è nata in seguito a un’importante indagine sul traffico merci e passeggeri che ho coordinato come esperto di logistica e trasporti. Il lavoro é stato cofinanziato dalla Commissione Europea e gestito dall’associazione C.A.F.I., Conferenza delle Alpi Franco Italiane” ci spiega Giancarlo Bertalero. “Durante lo studio, il più accurato sul tema al momento esistente, ho preso coscienza di come le problematiche sul traffico alpino di merci e passeggeri, o gli interventi infrastrutturali in fase di studio e di realizzazione siano raramente trattate e divulgate nel loro insieme complessivo”.
Tra la presa di consapevolezza di questa mancanza e la realizzazione di “Attraverso le Alpi” c’è l’incontro con il secondo regista, Filippo Ciardi, che ci ha raccontato le origini di tale fruttuosa collaborazione: “quando ho incontrato Giancarlo- che é anche un amico- al termine della sua ricerca, mi ha subito trasmesso il suo entusiasmo rispetto alle sue scoperte e abbiamo pensato insieme di partire da questi dati e contatti per mostrare le storie delle persone che lavorano alla gestione del traffico transalpino. Abbiamo cercato di far raccontare ai protagonisti un mondo conosciuto forse solo dagli stessi tecnici, pensando che potesse essere interessante sia per noi che per dei potenziali spettatori “viaggiare” con queste finalità attraverso le Alpi”.
Nel documentario, la narrazione è in effetti affidata all’esperienza di chi lavora, decide, coordina e vive quotidianamente la realtà di questi viaggi. Senza intermediazioni, senza particolari orpelli. “Nello stile abbiamo voluto essere realisti, riprendendo e montando delle interviste e delle immagini in movimento, ma non abbiamo rinunciato alla poesia stessa del viaggio e dell’ambiente: non solo quello naturale, ma anche quello che traspare dalle sensazioni dei lavoratori”.
“Abbiamo cercato di mostrare più che di dimostrare, lasciando spazio alle testimonianze di camionisti, macchinisti, manager di imprese di trasporto, rappresentanti istituzionali, cittadini delle zone alpine e altri protagonisti del traffico transalpino perché lo spettatore possa farsi liberamente un’idea, senza scegliere una tesi a priori. Pur evidenziando, d’altra parte, la necessità che il traffico transalpino venga regolato, il fatto che sempre più merci dovranno passare necessariamente da camion a treno ma anche che dovrà esserci un accordo tra più parti e interessi in gioco, senza inutili ricerche di capri espiatori”.
In tutto questo via vai, infatti, c’è un aspetto che non può essere in alcun modo trascurato: la necessità di minimizzarne gli effetti deleteri sul complesso ecosistema alpino. Di qui deve derivare la responsabilità di identificare quali siano i mezzi e le infrastrutture meno impattanti e invasive, ed agire di conseguenza. “Crediamo che il nostro film “trasporti” il pubblico nei luoghi di passaggio e di scambio, informi su come viene gestito questo traffico e come esso incida sull’economia europea, sull’ambiente e sulle comunità di persone attraversate”concludono i registi. “Crediamo che la nostra osservazione possa essere utile ai decisori politici, ai gestori stessi delle imprese di trasporto, alle istituzioni e alle associazioni ambientaliste per offrire un punto di vista in più e, dunque, maggiore consapevolezza nel momento del confronto e delle decisioni da prendere per la salvaguardia dell’ambiente”.
Una prospettiva lungimirante, una “riflessione sul rispetto del sistema alpino” che è valsa ad “Attraverso le Alpi” il premio per il Miglior Documentario Italiano al festival CinemAmbiente 2016, membro della rete Green Film Network.