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28 Set 2016

Confetra esorta ad adottare in Italia la procedura che consente alle navi Hanjin di approdare in Germania e Spagna

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Il tempo stringe e c'è il timore che in molti casi i danni diventino irreparabili.

 

Confetra, la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, chiede che in Italia venga adottata la stessa procedura applicata in Spagna ed in Germania per consentire lo scarico dei contenitori dalle navi della compagnia di navigazione sudcoreana Hanjin Shipping, che ha presentato istanza per essere posta in amministrazione controllata.


Evidenziando che quella procedura, che evita il rischio del sequestro delle merci, risulta estendibile a tutti i Paesi dell'Unione Europea, Confetra sottolinea che se l'Italia non la instaurerà i circa 5.000 contenitori destinati ad operatori italiani saranno alla fine scaricati in porti stranieri con costi aggiuntivi stimati in oltre 20 milioni di euro in danno degli operatori logistici nonché industriali e commerciali italiani. La Confederazione precisa che è semplice calcolare il danno finale sapendo che entro novembre i contenitori attesi sono circa 15.000.


Confetra manifesta apprezzamento per le pressioni diplomatiche che il governo italiano, attraverso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e il Ministero dello Sviluppo Economico, ha esercitato finora su quello coreano perché induca Hanjin ad impegnarsi per limitare gli enormi danni che sta provocando al sistema produttivo e commerciale italiano. Tuttavia Confetra, assieme a Fedespedi e Federagenti, le federazioni che rappresentano gli spedizionieri e gli agenti marittimi italiani, sollecita un ulteriore impegno dei due dicasteri affinché Hanjin depositi urgentemente presso la Corte d'Appello di Roma un ricorso per ottenere “protezione legale” che consenta alle navi coreane di attraccare nei porti italiani senza correre il rischio di essere sequestrate con tutto il loro carico.


«Il tempo stringe - avverte il presidente della Confetra, Nereo Marcucci - e c'è il timore che in molti casi i danni diventino irreparabili».

 

 

Fonte: INFORMARE

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