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17 Mar 2016

Il nuovo canale di Panama aprirà a luglio

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Lo rivela il numero uno di Salini Impregilo. Costi saliti a 6 miliardi.

 

Entro luglio l’ampliamento del Canale di Panama sarà pronto per l’inaugurazione, avviando una “rivoluzione” per il commercio mondiale: passeranno navi con una capienza di oltre il triplo rispetto alle attuali, con porti statunitensi che stanno adeguandosi per ospitare i nuovi scafi. Lo annuncia l’amministratore delegato di Salini Impregilo, Pietro Salini: il gruppo italiano è il leader operativo di un consorzio che vede come altro grande azionista la spagnola Sacyr. L’ampliamento dell’opera - che dovrebbe costare circa 6 miliardi di dollari rispetto ai 3,3 stimati inizialmente - è al centro di un contenzioso legale tra il consorzio (che oltre Salini Impregilo e Sacyr comprende anche la belga Jan de Nul e la panamense Cusa) e il committente, cioè l’Autorità di gestione del Canale controllata dallo Stato panamense. I primi pronunciamenti arbitrali stanno dando ragione alle imprese esecutrici dei lavori e ultimamente Panama ha approvato le riparazioni eseguite dal consorzio al terzo set di chiuse. Ora sono in corso le verifiche finali delle strutture e in breve si passerà alle prove di navigazione sistematiche, ma i primi passaggi di navi vi sono già stati.

 

L’ampliamento del canale, che si aggiunge a quanto costruito nel 1914, rappresenta la più grande opera al mondo, con un uso di ferro quasi venti volte superiore a quello utilizzato per la torre Eiffel: permetterà allo Stato centroamericano di poter raddoppiare fino a 5 miliardi di dollari annui i suoi ricavi lordi. Intanto il gruppo Salini Impregilo festeggia con buoni conti: nel 2015 ha registrato ricavi per 4,7 miliardi (+11,7% rispetto all’anno precedente) mentre la crescita media dei concorrenti del settore è stata inferiore al 2%. L’utile netto è a 60,6 milioni contro i 93,8 del 2014, quando però si erano registrati molti introiti straordinari, a partire da quelli della vendita di Fisia Babcock: l’utile prima delle imposte è infatti di 183 milioni (+63% rispetto al 2014) e quello delle attività continuative di 98 milioni (+36%). Bene anche il margine operativo lordo (+13%) e l’indebitamento netto (meno di 26 milioni, un dato bassissimo per il settore delle costruzioni). Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

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