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14 Mar 2016
Se n’era andata pubblica, allontanata da un’inchiesta che aveva stabilito come la spartizione privata dei moli di Sampierdarena fosse illegittima. Adesso torna privata. Eh sì, a volte ritornano, anche in porto. Ma stavolta chi ha deciso di fare macchine indietro non passerà inosservato. All’ombra della Lanterna, infatti, si prepara un ritorno che farà riflettere e discutere, quello dei traghetti merci della Tirrenia. L’operazione è ancora da ufficializzare, ma già corre da giorni sui canali commerciali dello shipping nazionale. Tirrenia sposterà a Genova due traghetti “tutto merci” e li impiegherà sulla rotta per la Sardegna, direzione Cagliari. Ancora da individuare il terminal. Pare scartata la soluzione del Terminal Traghetti, mentre è più probabile che la scelta possa cadere sul Rebora della famiglia Spinelli, che con il nuovo azionista privato, Vincenzo Onorato, proprietario del gruppo armatoriale Moby, ha da sempre ottimi rapporti. Torneranno quindi presto i traghettoni dell’ex compagnia di Stato, che a Genova aveva deciso di concentrarsi solo sul trasporto dei passeggeri. Ma erano altri tempi. Tirrenia, all’epoca ancora pubblica, aveva ottenuto la possibilità di operare in concessione nel porto di Genova su un’area di circa cinquantamila metri quadrati. Ma quella divisione era stata contestata dalla magistratura e le aree vennero nuovamente messe a gara. Tirrenia decise allora di spostare altrove i suoi traffici. Ora Genova torna al centro delle strategie merci della compagnia, che nel frattempo da pubblica è diventata privata e che ora ha come azionista il proprietario di Moby, l’armatore Vincenzo Onorato.
Per il momento, Tirrenia tornerà da cliente, accostando le sue navi a un terminal del porto. Ma potrebbe anche decidere di far valere il suo vecchio diritto, tornato a tutti gli effetti valido, dopo che l’accusa di una spartizione illegittima è caduta insieme a tutti gli altri capi d’imputazione contestati all’allora presidente dell’autorità portuale Giovanni Novi. Se lo volesse, insomma, Onorato potrebbe chiedere spazio o, in alternativa, rivendicare un indennizzo. Non è detto che andrà a finire così, da allora molte cose sono cambiate dentro allo scalo e forse gli assetti attuali potrebbero anche soddisfare tutti quanti gli attori del porto. Forse. Il punto di partenza di ogni ragionamento, per ora, è la scelta di Tirrenia di tornare a servire la Sardegna (Cagliari) nuovamente da Genova.
Una mossa, questa, che potrebbe rimescolare il mazzo del business commerciale su una rotta a cui le compagnie armatoriali continuano a guardare sempre con grande interesse, non solo da Genova, ma anche da Vado Ligure, dove opera un’altra storica compagnia, la Grendi, di proprietà della famiglia Musso. Proprio quella Grendi a cui sempre il porto di Genova non aveva saputo offrire le garanzie richieste dai Musso per poter sviluppare al meglio i propri traffici, inducendo la famiglia a trasferirsi a Vado e ponendo fine a una collaborazione che era iniziata addirittura nella prima metà dell’Ottocento.
Di certo, il ritorno a Genova rappresenta dal punto di vista dei traffici un elemento positivo e un segno di vitalità dello scalo. Come più volte sostenuto dall’ammiraglio Giovanni Pettorino, commissario dell’autorità portuale, nonostante la delicata fase di transizione che la Lanterna sta vivendo in attesa della nascita ufficiale dell’autorità di sistema del Mar Ligure Occidentale (Genova e Savona), «il porto non si ferma».
Fonte: LA REPUBBLICA