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17 Feb 2016
BELLUNO. «La sospensione del Trattato di Schengen rappresenterebbe un duro colpo per le aziende di autotrasporto, in particolare per quelle di un territorio di confine come il nostro».
Lo afferma Mauro Formenti, presidente della sezione Trasporti di Confindustria Belluno Dolomiti, commentando le notizie relative alla paventata sospensione, a seguito della crisi dei migranti, dell’accordo sottoscritto il 14 giugno 1985 ne e che prevede la libera circolazione per le persone in Europa. A ciò si aggiungono le notizie che arrivano dal confine tra Italia e Austria, dove la polizia austriaca starebbe prendendo misure per la predisposizione di una barriera in prima linea al Brennero.
Su questo tema è intervenuta anche Unioncamere del Veneto, sottolineando la preoccupazione per le pesanti ripercussioni all’economia regionale. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto, infatti, il valico alpino più importante per dimensione dei flussi di traffico merci verso il Veneto è infatti il Brennero con 41 milioni di tonnellate nel 2014 (pari al 20% dell’intero traffico transalpino), seguito dal Gottardo con 24,4 milioni di tonnellate.
Il 70% del traffico merci che attraversa il Brennero (circa 29 milioni di tonnellate) viaggia su gomma, che corrisponde ad un transito di circa 2 milioni i veicoli pesanti. Il restante 30% (12 milioni di tonnellate) su rotaia, che corrisponde ad un transito di circa 120 treni merci al giorno
«Il ripristino dei controlli alle frontiere – osserva Mauro Formenti – provocherebbe code e ritardi, con un aumento dei tempi di percorrenza e quindi dei costi di trasporto delle merci. A scapito delle aziende e, quindi, dei consumatori. Al di là delle enormi e preoccupanti conseguenze politiche che avrebbe una decisione di questo tipo, non possiamo nemmeno trascurare gli effetti economici, in particolare sulle aziende che quotidianamente beneficiano della libera circolazione in Europa. Da questo punto di vista, è evidente che uno dei settori maggiormente colpi dalla sospensione del Trattato di Schengen sarebbe quello dell'autotrasporto, con ricadute pesanti anche sulle filiere distributive delle industrie di tutto il continente».
«Se cominciano a fermare tutti i camion alle frontiere – prosegue Mauro Formenti - la cosa costerà cara a tutti ed il conto verrà passato ai clienti e, alla fine, le merci saranno più care. Non possiamo poi sottovalutare un altro problema per le imprese di autotrasporto, i cui dipendenti devono rispettare rigorosi limiti di orario. Se ogni conducente dovesse perdere ore alle frontiere a causa dei controlli, in assenza di modifiche a queste regole, le conseguenze per le nostre imprese sarebbero ancora più pesanti».