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12 Feb 2016
Il Consorzio Sincro di Parma, uno dei principali operatori di logistica del Nord Italia, del gruppo Fisi, ha chiesto alla sezione famigliare del Tribunale di Parma di poter presetare domanda di concordato sui debiti. La domanda sottoscritta dal presidente Vittorio Viganò parla di concordato in continuità, perché Sincro è certo di poter uscire dalla crisi.
Il concordato è solo l’ultima operazione di un complessivo ridisegno del gruppo. A fine novembre, i soci del consorzio Sincro (Snrc Società consortile srl) hanno dato vita ad una nuova società con il nome quasi uguale: Sincro Hd srl, al 100% della vecchia Sincro, con sede in uno studio di commercialisti in via Mansfield a Parma, nel quartiere San Leonardo. La vecchia Sincro – quella gravata dai debiti – ha affittato alla nuova Sincro il ramo di azienda dei servizi di logistica e le ha venduto il ramo di azienda dell’autotrasporto di merce per conto terzi, attività decisamente di minor peso nei bilanci.
Il giudice Pietro Rogato ha dato tempo fino al 2 maggio prossimo per presentare il piano concordatario ed ha nominato commissario giudiziale Alessandro Cocconcelli.
Nel 2014 Sincro ha visto un deciso calo del suo giro d’affari, pur restando il fatturato a livelli di tutto rispetto nel 2012 i ricavi sono stati di 57,8 milioni di euro, nel 2013 57,3 milioni e nel 2014 sono scesi a poco meno di 32 milioni di euro, pur con un bilancio che si è mantenuto in attivo.
Oggi Sincro ha circa 800 dipendenti e nel concordato afferma di avere come propria priorità “salvaguardare, attraverso la prosecuzione dei contratti in corso e il pagamento delle obbligazioni contratte con le maestranze gli importanti livelli occupazionali gestiti direttamente”. Ma l’indotto amplia di molto il numero di lavoratori coinvolti, non meno di duemila.
Il consorzio è nato nel 2008 ed è controllato dal gruppo Fisi, che possiede anche la Number One, l’ex ramo logistica della Barilla. Fisi possiede il 54% di Sincro e il restante 46% è in mano alla cooperativa Primo Taddei.
Fra i clienti di Sincro – passati tutti alla nuova Sincro – ci sono nomi importanti, come Conad, Coop, Number One, Spar, Carlsberg, Euro Spin, Tigotà, Acqua e Sapone, Unifarm, Rhenus LOgistic, NaturalMondo e altri.
La società dichiara di versare “oggi in uno stato di temporanea liquidità”, per una serie di cause molto precise. Tuttavia, “l’attuale squilibrio finanziario non pare irreversibile”. Una delle cause della crisi è una rivalsa da parte di assicurazioni per i premi pagati ad una lavoratrice vittima di un incidente sul lavoro: non sono state ancora accertate responsabilità dirette della società in questo incidente, ma Inail ha sottoscritto comunque con la lavoratrice un accordo per recuperare presso Sincro il denaro versato. C’è poi un complicata rapporto con la cooperativa Fly, che ha da poco chiuso: Sincro ha un ingente debito con Fly, ma anche molti crediti, dovuti ad anticipi versati nel tempo; l’idea era compensare il debito con gli anticipi, ma il pignoramento del credito da parte di un altro creditore di Fly impedisce la compensazione e restano il debito e i crediti ormai inesigibili. Ancora: diversi altri clienti di Sincro hanno presentato concordati, così che il consorzio di logistica deve rinunciare a molti crediti. Infine, alcune sub appaltanti di Sincro non hanno versato i contributi dei loro lavoratori e per effetto della solidarietà legale in materia di contratti di trasporto, spetta a Sincro rimediare pagando di tasca propria.
Fonte: PARMAQUOTIDIANOINFO.IT