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28 Gen 2016

Un rapporto di EEA analizza l’impatto ambientale del settore trasporti in Europa

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Esaminata l’evoluzione del settore negli ultimi 15 anni.

 

Il Rapporto studia in chiave ambientale l'evoluzione del settore trasporti negli ultimi 15 anni, analizzando stato, trend e prospettive nell'ottica della sostenibilità

 

Pur contribuendo in maniera significativa alla società e all'economia, come ormai sappiamo il settore dei trasporti può anche causare impatti sostanziali negativi sull'ambiente, il clima e la salute umana.

 

Un nuovo rapporto dell’Agenzia europea dell'ambiente (EEA), “TERM 2015, Evaluating 15 years of transport and environmental policy integration”, pubblicato lo scorso dicembre, analizza in chiave ambientale l’evoluzione del settore negli ultimi 15 anni, considerando che i maggiori impatti sono dovuti alle emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici in generale e al rumore, la principale fonte del quale è rappresentata proprio dal settore trasporti (merci e passeggeri).

 

Il Rapporto sottolinea che l’utilizzo di nuove tecnologie, in grado di portare significativi miglioramenti per la salvaguardia dell’ambiente, deve necessariamente andare di pari passo con adeguate politiche in materia, che promuovano buone pratiche di comportamento.

 

Ad esempio, se è vero che le auto di nuova generazione sono progettate per una maggiore resa e un minor consumo di carburante a km, e sono dunque in grado di limitare le emissioni inquinanti, è altrettanto vero che è in costante aumento l’acquisto di auto da parte dei cittadini europei, sempre più portati ad usare tale mezzo di trasporto per coprire anche lunghe distanze.

 

Alcuni dati:

 

  • dal 1990 le emissioni di gas serra procurate dal settore trasporti sono aumentate del 19,%;
  • nel 2013 il settore dei trasporti ha rappresentato quasi un quarto del totale delle emissioni di gas serra in Europa. Per tali emissioni, il 45% è rappresentato dalle autovetture e il 20% dai veicoli pesanti;
  • nel periodo 2000-2013, grazie alle prescrizioni normative dell’Unione Europea, le emissioni di tre importanti inquinanti atmosferici come SO(ossidi di zolfo), NOx (ossidi di azoto) e PM (polveri) dovute al settore trasporti sono diminuite;
  • il rumore da traffico stradale, sia all'interno che al di fuori delle aree urbane, è ancora la principale fonte di rumore ambientale nell'UE. Nel 2012 circa 125 milioni di persone sono state potenzialmente esposte a livelli di rumore superiori a 55 dB Lden (Lden è il descrittore acustico giorno/sera/notte – day/evening/night usato per qualificare il disturbo legato all’esposizione al rumore);
  • negli anni immediatamente successivi alla crisi economica (2008) si è registrato un forte calo della domanda di merci e, a seguito di una ripresa limitata, i volumi di trasporto merci da allora sono rimasti sostanzialmente stabili fino al 2013, quando si è avuto un aumento del 7,3% rispetto al 2000;
  • fino al 2008 il trasporto passeggeri è andato in crescendo, per stabilizzarsi nel periodo successivo a seguito della crisi economica. Nel 2013 si è invece registrato un aumento dell’8,4% rispetto al 2000;
  • tra il 2000 e il 2013 è aumentato notevolmente il consumo di diesel per il trasporto su strada, a seguito anche delle facilitazioni finanziarie messe in atto da molti governi europei per i motori diesel. Nel Rapporto si sottolinea che l'aumento del consumo di diesel ha però un duplice effetto: contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 grazie al miglioramento dell'efficienza (le auto diesel hanno bisogno di meno energia per km), ma ha un contenuto di carbonio più alto per unità di energia. Nel complesso, l'aumento dell’uso del diesel rispetto alla benzina ha avuto un effetto positivo sul totale delle emissioni di CO2, ma non va dimenticato che i veicoli alimentati a diesel emettono quantità maggiori per km di PM e NOx rispetto a quelli alimentati a benzina. Senza contare che, come portato di recente all’attenzione del pubblico, in condizioni di guida reali le emissioni di NOx dei veicoli diesel di nuova generazione possono essere, in media, fino a quattro o cinque volte superiori rispetto alle emissioni misurate durante i test di prova;
  • il numero di veicoli elettrici è cresciuto, ma è solo una minima parte (0,07%) del totale delle autovetture. 

 

Il Rapporto conclude riflettendo sul fatto che nonostante le politiche UE siano volte a incoraggiare sistemi di trasporto rispettosi dell’ambiente, le auto rimangono il principale mezzo per i più svariati tipi di spostamento, per quanto sia in crescita il numero di persone che scelgono di spostarsi anche con l’aereo.

 

In ogni caso si ribadisce che, per facilitare il processo di decarbonizzazione, l’utilizzo di tecnologie avanzate da solo non è sufficiente: sono necessari cambiamenti negli stili di comportamento della cittadinanza, promossi da adeguate politiche che devono orientarsi anche ad investimenti per il miglioramento delle infrastrutture e l’utilizzo di mezzi di trasporto “intelligenti”, che coniughino in pratica i concetti di efficienza e sostenibilità.

 

L’obiettivo sarebbe quello di spostare, entro il 2030, il trasporto merci su strada verso quello ferroviario o per vie navigabili per almeno il 30%, in caso di percorsi superiori a 300 km, arrivando al 50% nel 2050.

 

Sempre per il 2050 è auspicabile che almeno il 50% dei passeggeri utilizzi il treno. Per ridurre le emissioni di gas serra rimane inoltre di fondamentale importanza puntare all’uso di un combustibile con maggiore efficienza. 

 

 

Fonte: ARPAT

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