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19 Gen 2016
Il colosso delle vendite online offre una vetrina mondiale, di successo ma senza controllo. La risposta è una sola: un vero portale e-commerce tutto tricolore.
In un mercato che vale 15,3 miliardi di euro, il comparto alimentare online cresce del 27 per cento rispetto al 2014 e si attesta a 460 milioni di euro. Il grocery (tutto ciò che si può trovare al supermercato) vale 200 milioni di euro, il food&wine enogastronomico 260 milioni (fonte: Osservatorio eCommerce b2c Netcomm - Politecnico di Milano).
I prodotti alimentari non deperibili e le bevande alcoliche e analcoliche – non sono invece disponibili freschi e surgelati e i prodotti facilmente disponibili – sono presenti nel negozio virtuale di Amazon, aperto di recente dal colosso del commercio elettronico che ha sede a Seattle (Usa). La spedizione è assicurata nel giro di 24 ore in seimila comuni italiani ed è gratuita per ordini superiori ai 19 euro.
Nel sito, la sezione dedicata ad alimentari e prodotti per la cura della casa è molto ampia e migliaia sono i prodotti proposti in vendita. Ora, il problema è che Amazon è nelle condizioni di vendere la qualità del made in Italy agroalimentare anche nel mondo. Di fatto si sta appropriando di un valore tipicamente italiano senza alcun controllo, senza nessuna verifica. Le imprese italiane possono proporre i propri prodotti nel sito Amazon come venditori terzi, con un accesso diretto a una vetrina virtuale fatta di milioni di clienti – non solo in Italia – e la possibilità di sfruttare la logistica di Amazon.
Ma se velocità, puntualità, consegne modulari sono stimoli per la piccola, media e grande distribuzione organizzata italiana, chiamata anch’essa a reimpostare la propria strategia distributiva, l’Italia “deve” ribattere con lo sviluppo di un portale e-commerce che sia espressione della volontà del governo italiano – e dei ministeri interessati – di promuovere i prodotti autenticamente made in Italy sui mercati mondiali. Leggi tutta la notizia
Fonte: LA REPUBBLICA