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14 Gen 2016
ROMA - Gli infortuni accertati positivi dall’Inail nel settore dei trasporti e magazzinaggio nel 2014 sono stati 32.824, in calo del 33,7% rispetto ai 49.530 di cinque anni prima. A sottolinearlo è il periodico statistico Dati Inail, che ha dedicato il suo ultimo numero a questo ramo di attività di fondamentale importanza da sempre, il cui rilievo oggi è percepito in modo ancora più marcato anche grazie allo sviluppo delle consegne legate al commercio elettronico.
La metà degli addetti impiegata su ferro e gomma. Nel 2014 in Italia occupava circa 1,1 milioni di persone, di cui poco più della metà impiegate nei trasporti ferroviari e su gomma, poco meno di un terzo in attività di magazzinaggio e supporto, circa un decimo nelle attività di spedizione, il 3% nei trasporti marittimi e il 2% in quelli aerei. La sua forza lavoro complessiva, però, tra il 2007 e il 2014 è diminuita del 4,4%, con una riduzione delle ore lavorate pari al 7,3%, e sta invecchiando a un ritmo maggiore rispetto alla popolazione lavorativa generale, con l’eccezione del comparto del trasporto aereo.
La quota maggiore nella fascia 50-65 anni. Questo invecchiamento emerge anche dall’analisi dei dati infortunistici. Nei comparti del trasporto terrestre, marittimo e aereo, infatti, è proprio la fascia di età compresa tra i 50 e i 65 anni quella che ha fatto registrare la quota maggiore di denunce (33% contro il 27% dell’intera industria e servizi). Oltre il 93% interessa il sesso maschile, presenza predominante tra la manodopera, mentre gli infortuni dei lavoratori stranieri sono più del 14% del totale. Il maggior numero di infortuni è concentrato al Nord, con oltre il 55% dei casi, mentre Centro e Mezzogiorno presentano un 22% circa ciascuno. L’89% degli episodi denunciati nel 2014 si è verificato in occasione di lavoro (il 16% con l’utilizzo del mezzo di trasporto) e il restante 11% in itinere (il 24% con mezzo di trasporto).
La guida notturna e su percorsi lunghi aumenta lo stress. I fattori che concorrono a determinare pericoli e rischi in questo settore sono numerosi e comprendono la movimentazione manuale con ripetitività e monotonia, le condizioni climatiche, l’esposizione a rumori e vibrazioni, e orari di lavoro lunghi e irregolari, con conseguente manifestazione di stanchezza, come nel caso degli autotrasportatori, cui Dati Inail dedica un approfondimento specifico. La guida su lunghi percorsi e quella notturna, in particolare, amplificano lo stress lavoro-correlato e possono avere delle ricadute negative sull’apparato osteoarticolare, ma i rischi riguardano anche le fasi di carico/scarico merci, aggancio/sgancio di semirimorchi o rimorchi e la manutenzione degli automezzi.
Fonte: CNA - FITA