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11 Dic 2015

Frodi fiscali e riciclaggio di denaro Decine di arresti e sequestri per milioni

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La Guardia di Finanza ha eseguito centinaia di perquisizioni in tutta Italia.

 

VENEZIA - Una presunta organizzazione dedita per anni alle frodi fiscali e al riciclaggio è stata sgominata dalla Guardia di Finanza di Venezia che ha compiuto decine di arresti e posto sotto sequestro beni per milioni. Nell’operazione, convenzionalmente denominata «Tailor-made» (su misura, ndr), scattata all’alba, è stato portato alla luce un vero e proprio supermarket della fattura falsae. Eseguite centocinquanta perquisizioni in varie regioni, tra le quali Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Sicilia. La base operativa della presunta organizzazione criminale era lungo la riviera del Brenta, tra Padova e Venezia.

 

L’indagine ha avuto inizio con le dichiarazioni di una cittadina extracomunitaria, «assunta» dal sodalizio per intestarsi alcune società fittizie e conti correnti all’estero. L’attività, sviluppata nell’arco di un anno e mezzo attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali e riscontri contabili e documentali, ha svelato l’esistenza di almeno 30 strutture societarie fittizie finalizzate, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, a «coprire» acquisti e vendite in nero di consistenti stock di merce, posti in essere da aziende, anche di rilevanti dimensioni, che operano in diversi settori merceologici, dal tessile all’acciaio, dal materiale plastico alla cartotecnica. I sistemi adottati per consentire l’evasione sono stati differenziati e strutturati in base alla tipologia merceologica ed agli ostacoli normativi da aggirare. Nella maggioranza dei casi, l’organizzazione criminale, ricevuto l’incarico dal cliente, si occupava del trasporto della merce, con propri mezzi, dal fornitore direttamente all’impresa acquirente. Al tempo stesso, i beni oggetto di transazione, di fatto acquistati in nero, venivano fatti cartolarmente transitare attraverso una o più «missing trader», società fittizie sulle quali caricare i debiti tributari, al fine di consentire alla società-cliente di giustificare contabilmente l’acquisto della merce, con una fattura falsa, e di abbattere contestualmente il reddito imponibile. L’impresa-cliente dell’associazione, ricevuti i beni formalmente forniti dalla società cartiera, li rivendeva in nero.

 

Contemporaneamente, per non lasciare traccia nella contabilità del magazzino, li vendeva formalmente ad un’altra scatola vuota con sede all’estero: in questo modo si volevano impedire gli accertamenti dell’Amministrazione Finanziaria italiana. Dai conti correnti esteri intestati alle società fittizie (dagli stessi indagati definite «società pattumiera»), alcuni «spalloni» provvedevano a far rientrare in Italia, rigorosamente in contanti, sia gli importi da consegnare al cliente sia la provvigione di spettanza dell’organizzazione, pari al 10% dell’imposta sul valore aggiunto evasa. I finanzieri di Mirano sono però riusciti a seguire anche le tracce del denaro contante. Con l’ausilio delle unità cinofile «cash dog», le Fiamme Gialle veneziane hanno sequestrato numerose di mazzette di euro in contanti. Coinvolti anche due consulenti fiscali, anch’essi destinatari di misure cautelari personali, in quanto il loro ausilio si è concretizzato, in alcuni casi, nella direzione di determinate operazioni studiate a tavolino per consentire la frode fiscale, in altri, nella perpetrazione del reato di indebite compensazioni orizzontali tra imposte a credito inesistenti ed imposte a debito dovute, mediante l’apposizione di un falso visto di conformità sulle relative dichiarazioni.

 

L’associazione, agendo indisturbata, aveva nel tempo acquisito il know how utile non soltanto per «destreggiarsi» tra i controlli dell’Amministrazione Finanziaria, evitando di tracciare una linea di congiunzione tra i prestanome ed i membri dell’associazione, ma anche per indirizzare le imprese coinvolte negli aspetti meramente burocratici ed amministrativi.

 

La manovra ha portato complessivamente a 20 arresti, di cui 10 ai domiciliari. La Gdf ha sequestrato beni per 35 milioni di euro, 10 immobili, 100 conti correnti e scoperto un giro di fatture false per 150 milioni, con una evasione delle imposte per 40 milioni di euro. Tra questi spiccano due prestigiose ville in Riviera del Brenta, un’imbarcazione di pregio, nonché otto società operanti nei settori di trasporto, immobiliare e commercio di plastica, proprietarie, a loro volta, di 81 unità immobiliari, tra cui una prestigiosa valle lagunare adibita a pesca, caccia ed acqua coltura di oltre 350 ettari. Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: CORRIERE DEL VENETO

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