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10 Dic 2015
Nuovo capitolo legato all’omicidio stradale. Giovedì, il governo ha incassato la fiducia del Senato con 149 sì, 91 no e nessun astenuto. Il provvedimento approvato dal Senato passa ora alla Camera in quarta lettura. Non sono mancate le polemiche. Mercoledì in Aula, il presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma (FI) ha parlato di “testo scritto male”, di “norme non pensate” che verranno sicuramente “cancellate dalla Consulta”.
“Ipotizziamo che un ragazzo di 18 anni neopatentato, per un’imperizia generica (non corre, non fa inversione di marcia, non ha bevuto, non si è fumato uno spinello, va piano e non effettua sorpassi) ha la sventura di causare una tragedia e, spaventato, si dà alla fuga per poi magari ritornare. Ve la sentite voi”, ha chiesto Palma ai senatori, “di scrivere una norma che relega quel diciottenne a 5 anni di carcere, rovinandogli la vita per una colpa generica?”. Nel maxiemendamento, il governo ha cercato di rivedere i punti più critici del disegno di legge, come quello che creava disparità di trattamento tra il “pirata” della strada italiano e quello straniero. Il testo prevede carcere da 2 a 7 anni per chi provoca per colpa la morte di qualcuno in violazione delle norme stradali; da 8 a 12 se in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti o se in pesante violazione del codice della strada (per esempio chi supera del doppio i limiti di velocità o passa con il semaforo rosso). Pene più aspre se si guida senza patente o assicurazione, mentre vengono ridotte fino alla metà se c’è una condotta colposa della vittima. Previsto il carcere fino a 18 anni se le vittime sono più d’una. Leggi tutta la notizia
Fonte: STRADAFACENDO