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09 Dic 2015
Poco più di rublo e mezzo al chilometro (1,52), pari a circa 20 centesimi da subito, ma chedovrebbero triplicare da marzo 2016 per arrivare a 3,6 rubli. È quanto peserà sulle tasche degli autotrasportatori russi il nuovo sistema di pedaggio elettronico, chiamato Platon, che è entrato in vigore dallo scorso 15 novembre e interessa i veicoli al di sopra delle 12 tonnellate. I trasportatori russi, per lo più padroncini, non hanno preso bene la misura, anche perché un trasporto medio in Russia copre di solito lunghe tratte in ragione del territorio particolarmente esteso e quindi espone a costi di pedaggio giudicati esagerati.
Per ora le manifestazioni si svolgono per lo più con la modalità “lumaca”, vale a dire formando colonne di veicoli che procedono a passo d’uomo creando ingorghi alla circolazione. E la protesta ha toccato anche le 68 miglia della tangenziale di Mosca, costringendo anche le autorità a inviare truppe antisommossa.
Ma i trasportatori non hanno intenzione di mollare, anche perché – dicono – questa manovra andrebbe ad assorbire buona parte dei loro proventi. Un trasportatore medio racconta di aver fatto un calcolo approssimativo e che, rispetto al fatturato attuale di 450.000 (circa 6.600 euro) di un anno che riesce a produrre attualmente, 300.000 li vedrebbe volare via con il nuovo sistema di pedaggio. In pratica, in un mese i ricavi arriverebbero a circa 10.000 rubli, vale a dire 150 euro, una cifra che non consente di sopravvivere. Leggi tutta la notizia
Fonte: UOMINIE TRASPORTI