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06 Nov 2015

La Settimana Sindacale Confederale del 06 NOVEMBRE 2015

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A cura del Presidente - Paolo Uggè

 

SITUAZIONE GENERALE

Settimana che ha visto portare avanti presso il Ministero dei Trasporti le questioni che riguardano il nostro settore.



Nel corso dell’incontro, tenutosi giovedì, molte le questioni sulle quali le federazioni hanno fornito le loro posizioni. In sostanza il Ministero ha concretizzato le idee già ipotizzate nella settimana scorsa ed ha reso esplicite le proprie intenzioni sugli interventi che intende realizzare.



Nulla di nuovo, ma queste riguardano proprio l’orientamento di legare l’entità degli interventi alle esigenze di premiare i trasporti più ecologicamente avanzati. Questo principio è dominante per tutti gli interventi ipotizzati.



Le linee proposte dal Governo tendono a mantenere le risorse per 250 milioni oltre a contenere il taglio sul recupero dell’accisa nella misura prevista oggi ad eccezione degli euro 1 e 2. Ci è stato comunicato che l’ipotesi iniziale sul rimborso accise era il taglio lineare secco, in luogo del quale ci è stata proposta una diversa utilizzazione di una parte di quanto si andrà a risparmiare, che sarà destinato a rifinanziare: il fondo di garanzia per le Pmi, il fondo per gli acquisti di veicoli di nuova generazione; la decontribuzione dell’80% per i conducenti che operano nei traffici internazionali e per favorire l’intermodalità.



A queste si aggiungeranno gli interventi relativi ai controlli sul cabotaggio, che sarà formalizzato in un protocollo di intesa congiunto con il Ministeri del Lavoro ed dell’Interno. Ovviamente le ipotesi contengono anche la proposta per una diversa soluzione delle spese non documentabili.
La circolare emanata, nella parte riservata, è molto più circostanziata.



Esprimere pareri senza aver effettuato un passaggio negli organismi e soprattutto senza tener conto di quanto dovrà essere dettagliato sarebbe intempestivo, anche perché il tutto deve essere seguito passo passo. Nel passaggio parlamentare potranno essere inserite modifiche, ecco perché dobbiamo essere prudenti. Alcune sarebbero relative alle spese non documentabili, per le quali è stato ipotizzato un differente meccanismo rispetto al passato.



La discussione a livello parlamentare è ancora agli inizi. Nel frattempo, incontrando in settimana il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guerini e l’Onorevole Bersani, ho voluto rappresentare loro l’assoluta necessità di ammettere l’utilizzo del “contante” solo per le operazioni di trasporto fino ad un massimo non superiore ai 500 euro. Mentre l’elevazione del limite da mille a tremila euro è da noi condivisa, per garantire la tracciabilità delle operazioni di trasporto è necessario che sia previsto un limite nell’ordine da noi indicato. L’Onorevole Bersani si è dichiarato d’accordo sulla proposta per il tetto alle operazioni di trasporto.



In settimana è stata pubblicata una interrogazione dell’Onorevole Oliaro, e relativa risposta, sui costi minimi. Conosciamo la provenienza professionale ed associativa della deputata e sappiamo che la sua visione sui trasporti è certamente lontano dalla nostra. 



Certamente la Deputata di Scelta Civica ha voluto prendere da fiore in fiore scegliendo i passaggi del pronunciamento comunitario che più erano in linea con la Sua interpretazione. Non certo per aprire un nuovo dibattito, ma solo per renderla edotta, segnaliamo all’Onorevole deputata che da parte di più esperti (uno per tutti il professor Maresca) si fornisce una diversa interpretazione della Sua. La Corte avrebbe giudicato incompatibili solo i costi definiti dall’Osservatorio. Inoltre la stessa Corte Costituzionale, alla quale fa riferimento sempre la suddetta deputata, riprendendo una sentenza del 1989, ha certamente stabilito un principio sugli obblighi per uno Stato rispetto a sentenze della Corte di giustizia europea. Forse Le è sfuggito che in materia di Costi minimi la Suprema Corte, su ricorso del Tribunale di Lucca che aveva sollevato la questione della legittimità costituzionale delle norme sui costi minimi, non è entrata nel merito ed ha rigettato la richiesta che tendeva ad ottenere la dichiarazione di non compatibilità con i principi comunitari.



Con la pubblicazione mensile il Ministero dei Trasporti indica mensilmente quei parametri atti a determinare i costi della sicurezza, in applicazione delle norme modificate dal Parlamento, sulle quali l’Onorevole Oliaro, legittimamente, ha tutto il diritto di non concordare, anche se rimane una Sua interpretazione.



Una riflessione ci si impone ed è relativa ai dati diffusi sull’incindentalità e da noi commentati la scorsa settimana. Rivolgiamo anche alla parlamentare genovese la domanda se ritenga sia una coincidenza il fatto che con il depotenziamento delle norme sui costi minimi siano incrementati i decessi determinati con il coinvolgimento dei mezzi pesanti.

 

TORNA L’ECO BONUS

Una notizia importante che riguarda le autostrade del mare ed è in linea con quanto comunicatoci dal Ministro Delrio è apparsa sui giornali in settimana. Pur se commettendo un evidente errore di ricostruzione dell’iter che portò all’introduzione di quella misura, nel darne notizia il Sole24Ore annuncia che l’incentivo avrà come destinatari solo gli autotrasportatori. Ne siamo felici in quanto sulla vicenda vorrei ricordare che la gestione che portò al riconoscimento da parte della competente Commissione di Bruxelles venne avviato nel 2003 e che il parere favorevole definitivo si ottenne nel 2005. Da qui il Dpr attuativo che risale al 2006. Chi tenne nel cassetto il provvedimento fu il Ministro che divenne titolare del Dicastero dopo il Ministro Lunardi. Quindi il bonus ecologico è del 2005 e non del 2007. Anche per l’utilizzo da limitarsi ai soli trasportatori debbo rammentare che la proposta originaria prevedeva che il beneficio fosse  solo attribuito alle navi che assicuravano il “tutto merci”. Solo interventi “estranei” portarono ad introdurre la frase “prevalentemente destinate al trasporto merci”. Fa piacere apprendere ora che il parere della Commissione è simile a quello che allora era solo di chi scrive. Ne prendo atto. Se qualche giornalista volesse approfondire sarò lieto di fornire le prove di quanto affermo (scuserete lo sfogo ma non accetto più ricostruzioni orwelliane sui fatti avvenuti che ricostruiscono le notizie secondo la bisogna).

 

GIORNALISTI POCO ATTENTI

Sicuramente deve essere sfuggita la notizia a chi predispone la pubblicazione delle notizie sul sito di una federazione del settore. Eppure i media ne hanno dato gran risalto.



Faccio riferimento alla notizia pubblicata quasi in tempo reale con la quale si dava notizia che l’ex presidente Fai Palenzona aveva subito una perquisizione, a fronte di una accusa grave e pesante, da agenti della Dia.



Sicuramente la notizia rivestiva grande importanza per gli operatori del trasporto e quindi si doveva darne notizia immediatamente. Ne siamo convinti.



Abbiamo atteso fino ad oggi che un’altra notizia, sempre concernente il caso Palenzona e relativa al pronunciamento del tribunale di Firenze che non condividendo l’impianto accusatorio che aveva determinato la perquisizione, trovasse altrettanta attenzione sul medesimo sito. Forse, nonostante il risalto dato dai media alla notizia, deve essere sfuggita e, ad oggi, neppure due righe che in modo corretto ragguaglino sugli sviluppi intervenuti. Ora la magistratura farà il suo corso e noi non siamo certo i soggetti più indicati a fornire commenti (conosciamo la persona coinvolta e siamo certi della Sua totale estraneità). Ma quello che riteniamo giusto è quando si sceglie di rendere nota una notizia segnalarne anche gli sviluppi successivi. Non ne avevamo parlato ed avremmo preferito non farlo ma, visto che altri hanno scelto di dare informazione abbiamo ritenuto giusto per i molti di noi che conoscono Fabrizio Palenzona trattare l’argomento.

 

L’ANTITRUST COLPISCE ANCORA

Sul caso Uber che coinvolge Ncc e taxi il presidente Antitrust Pitruzzella è intervenuto sostenendo che si deve liberalizzare; sui costi minimi per l’autotrasporto sempre il Medesimo fece altrettanto e si costituì contro un legge del Parlamento al Tar del Lazio; recentemente si è pronunciato a favore della liberalizzazione della vendita di farmaci nella grande distribuzione. Sembra un rituale che in modo evidente dimostra l’orientamento del Presidente. Vorremmo altrettanta determinazione su altri settori.

Ma un Paese che consente alle Autorità il potere di sindacare quanto il Parlamento, unico organo sovrano che riceve dal popolo il mandato di legiferare è un Paese serio o destinato a stravolgimenti del sistema democratico? Mi domando a cosa servano i parlamentari se si consente ad una Autorità , individuata oltretutto dallo stesso Parlamento, anziché essere di supporto per la realizzazione delle leggi approvate si permette di contestarle ed esprimere giudizi in nome di principi della libertà di mercato.

A nostra memoria esistono almeno due questioni che hanno la prevalenza sugli interessi economici. Sono la salute e la sicurezza “non si può barattare il controllo della salute sull’altare del fatturato” ha sostenuto recentemente la presidente di Federfarma. Altrettanto non si può subordinare la sicurezza agli interessi di natura economia. Per inciso questo principio è contenuto in una sentenza del Tar del Lazio che accettò il ricorso dei Codacons avverso alle deroghe sul calendario dei divieti di circolazione. Le ragioni per le quali la medesima sezione dello stesso Tar sui costi minimi mutò il parere e ritenne invece che i costi della sicurezza fossero contrari ai principi del libero mercato tanto da rivolgersi alla Corte di giustizia europea, sono a noi oscure, o forse troppo chiare.

Noi non contestiamo la legittimità di interessi contrapposti ai nostri. Riteniamo  che sia necessario  dare certezze ai cittadini e questo deve valere per il caso Uber, per la vendita dei farmaci ma anche per la sicurezza sulle strade. Purtroppo senza un Esecutivo che si esponga ed affermi con chiarezza quelli che sono i principi ai quali vuole attenersi ed invece consenta a persone che il popolo non ha mai eletto di sostituirsi a chi detiene in nome del popolo il potere di legiferare il Paese rischia di essere destinato a fare poca strada. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: CONFTRASPORTO

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