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02 Nov 2015
Maggiore terziarizzazione dei processi, per garantire flessibilità e contenimento dei costi. Crescita della multicanalità per cogliere le nuove opportunità del mercato. Maggiore attenzione alle soluzioni a basso impatto ambientale per una svolta veramente green. Sono questi i trend del settore dell’agro-food che, con un valore di oltre 90 miliardi di euro, si conferma uno dei motori dell’economia del Paese.
È quanto emerge dal workshop “Logistica agro-food, trend e innovazioni”, organizzato da Kopron in collaborazione con l’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano. Il workshop, ospitato all’interno del Teatro della Terra del Biodiversity Park di Expo 2015 (padiglione costruito proprio da Kopron per Bologna Fiere), mira a fotografare lo stato dell’arte del settore della logistica alimentare, evidenziando i principali temi per lo sviluppo del comparto.
«Oggi il settore della logistica gioca un ruolo sempre più essenziale per rendere le aziende realmente competitive nei moderni mercati globali – spiega Paolo Vergani, Presidente Kopron – In particolare, nel comparto alimentare, dove il made in Italy è uno dei protagonisti assoluti, i fornitori di servizi logistici possono creare valore attraverso la qualità nella movimentazione delle merci, la contrazione dei tempi di consegna e il rispetto delle normative di sicurezza nei processi distributivi».
Oggi il valore delle aziende nel settore agro-food è pari a oltre 90 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Osservatorio Contract Logistics*, considerando solo le grandi aziende che operano del settore del fresco e del secco, si parla di 41,6 miliardi di euro di valore. Le aziende del food in Italia investono infatti rispettivamente in media il 6,6% e 5,8% del fatturato in soluzioni di logistica. Per il comparto Alimentare Secco, l’incidenza della terziarizzazione di attività logistiche è pari in media al 79%, per un valore complessivo dell’outsourcing di circa 1.074 milioni di euro. La terziarizzazione del trasporto è quasi la regola (96% dei casi), mentre la situazione per quanto riguarda la gestione dei magazzini è decisamente più variegata: il 56% dei casi fa ricorso a operatori logistici, il 33% dei casi a cooperativa e infine solo l’11% ricorre alla gestione in proprio. La terziarizzazione viene vista sempre più come scelta necessaria per raggiungere economie di scala e contenere l’incidenza dei costi. Rimane una forte criticità legata al controllo dell’ultimo miglio, per cui i produttori stanno cercando di sviluppare soluzioni in proposito.
Per il Fresco l’incidenza della terziarizzazione di attività logistiche è in media del 77%, per un valore complessivo dell’outsourcing pari a circa 736 milioni di euro. La terziarizzazione del trasporto è elevata (88%) anche se va sottolineata la presenza di una quota di trasporto regionale (12% dei casi) gestita con risorse interne. Per quanto riguarda invece le attività di magazzino, prevale la gestione interna (58%) nel settore lattiero-caseario e nelle aziende produttrici di salumi, soprattutto nei casi in cui esiste una forte specificità del prodotto (per esempio legata alla stagionatura) o uno stretto legame con la produzione. Secondo l’Osservatorio sono principalmente le filiali italiane di multinazionali che affidano l’intero processo di distribuzione a operatori logistici (13%), mentre le aziende italiane adottano un approccio più differenziato, affidando a singoli fornitori porzioni più circoscritte del processo logistico. Il mercato della logistica conto terzi presenta pertanto notevoli margini di crescita.
Nell’Alimentare Secco è possibile sia mediante l’espansione verso aziende produttrici che ancora non si affidano a fornitori di servizi logistici (stimabile in 279 milioni di Euro) sia, e soprattutto, mediante l’incremento della diffusione delle scelte di outsourcing di porzioni rilevanti del processo logistico (648 milioni di euro). Tale approccio è maggiormente diffuso in presenza di magazzini-multi produttore che consentono l’ottenimento di economie di scala, mentre l’affidamento di singole attività a diversi operatori è frequente in presenza di elevati volumi su flussi logistici di fatto “dedicati”. Allo stesso modo, sul fronte del Fresco invece, l’ampliamento del numero di aziende che ricorrono alla terziarizzazione comporterebbe una crescita stimabile in 232 milioni di Euro, ma gli spazi di più significativi sono possibili per gli operatori che offrono servizi integrati per la terziarizzazione dell’intero processo logistico (515 milioni di Euro). Tale condizione è favorita nei casi in cui vi è maggiore tendenza alla centralizzazione dei volumi, mentre risulta meno conveniente per i comparti dove è più efficace il mantenimento stabilimenti ad elevato livello di automazione. Ma quali sono gli elementi che possono innescare questa crescita di valore? Sicuramente la riduzione dei costi (63% dei committenti, 41% dei fornitori) e l’aumento della flessibilità a livello operativo (63% dei committenti, 47% dei fornitori). Anche l’outsourcing diventa sempre più essenziale, sia come leva per essere più reattivi ai cambiamenti (27%) e per sviluppare nuove aree di business (15%), sia per ottimizzare il rapporto costi/servizi (38%), sia per snellire le strutture interne dedicate (30%), focalizzando gli sforzi sullo sviluppo del proprio core business. In questo senso, gran parte dei progetti attivati per il futuro prevedono l’utilizzo del cross-dock, l’ottimizzazione dei ritorni a vuoto e il continuous movement. Si rileva anche una crescente attenzione al tema del Lead Time, non solo in ottica di riduzione dei tempi ma anche di incremento della flessibilità, soprattutto dietro la pressione esercitata dalla GDO.
Un trend di particolare rilievo sia per le aziende produttrici sia per i fornitori di servizi logistici è la ricerca di soluzioni a minor impatto ambientale, al centro delle politiche di sviluppo di tutte le aziende. Il 78% dei committenti e l’87% dei fornitori ha avviato progetti di green logistics, anche se non in modo sistematico e senza adottare adeguati strumenti per rilevare le performance e misurare il ritorno dell’investimento effettuato. La principale motivazione del ridotto sviluppo di iniziative “green” è rappresentata dalla difficoltà di allineamento delle esigenze di fornitori di servizi logistici e committenti. Anche se non mancano casi di eccellenza, dove uno o più attori della filiera propongono soluzioni efficaci e innovative, in generale spiegano i ricercatori del Politecnico “si innesca un circolo vizioso per cui i fornitori dichiarano ridotta disponibilità dei committenti a condividere gli investimenti, o almeno a riconoscerli a livello tariffario, mentre i committenti lamentano un’offerta di servizi logistici ancora troppo poco green”.
Infine lo sviluppo dell’eCommerce e la crescita della multicanalità (+16% nei consumi eCommerce in Italia fra il 2014 e il 2015), tendenze che coinvolgono sempre più anche il settore alimentare. Sebbene per la maggioranza delle imprese il fatturato sviluppato tramite l’eCommerce B2c rappresenti ancora meno dell’1% del totale, il valore delle vendite di Food&Grocery registra una crescita con tassi del 20% all’anno (in particolare i supermercati online, la vendita di prodotti tipici e di vini di qualità). In questo contesto, i fornitori di servizi logistici rappresentano e rappresenteranno sempre più un attore chiave nell’impostazione di una strategia multicanale.
Fonte: LOGISTICA MANAGEMENT