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20 Ott 2015
Si scrive Sistri, ma si legge disastro infinito, un autentico pasticcio all'italiana che non accenna a terminare e si prepara a scrivere l'ennesima e triste (per l'autotrasporto) puntata, fatta di inefficienza paradossale, in cui costa anche ciò che non funziona. Per raccontarvela non partiremo dall'inizio, ma dalla storia recente, quella che a giugno 2015 vede la pubblicazione di un bando di gara per nominare il nuovo concessionario del servizio informatico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Le domande si possono presentare fino al 5 agosto, ma esattamente il 4 agosto, la Selex SpA, vale a dire la società che ha gestito il SISTRI fin dall'inizio, presenta ricorso al TAR del Lazio per chiedere l'illegittimità del provvedimento con cui il ministero dell’Ambiente pretende la restituzione dell’infrastruttura informatica su cui poggia il sistema, lamentando che il dicastero in realtà non ha pagato quanto doveva.
Beghe loro, direte voi. E invece no, perché questo contenzioso rischia di andare avanti per mesi. Forse oltre quel 1 gennaio 2016 che la legge indica come data di partenza del nuovo sistema informatico di tracciabilità, che a questo punto rischia di slittare.
Ma una domanda sorge spontanea: se slitta l'inizio del sistema, slittano pure i pagamenti dovuti dalle imprese per farlo funzionare? Logica vorrebbe di sì, ma quando si ha a che fare con il Sistri la logica appare un optional. Leggi tutta la notizia
Fonte: UOMINI E TRASPORTI