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13 Ott 2015

A Brescia uno scalo merci europeo: gli svizzeri investiranno 40 milioni

PICCOLA_VELOCITA_BRESCIA

 

Il traffico su rotaia aumenterà di trenta volte

 


La Piccola Velocità di Brescia «diverrà il centro intermodale di riferimento di tutta la Lombardia orientale. In grado di mettere sui treni fino a 190 mila container l’anno». Aumentando così di ben trenta volte gli attuali scambi di merce (da 200mila a 6 milioni di tonnellate l’anno). Artefice di questa «rivoluzione» sarà la società svizzera di trasporto intermodale Hupac, la quale sta passando dallo studio di fattibilità al progetto preliminare vero e proprio, che il prossimo anno presenterà al ministero elvetico, per poter così ottenere i fondi necessari all’investimento. Il progetto vede il coinvolgimento anche di Fs Logistica e di Cemat, specializzata nello scambio ferro-gomma (società partecipata al 53,3% da Fs Logistica e al 34,5% dalla stessa Hupac), che tre anni fa si sono riunite nella società di scopo Teralp srl.

 

Opera da 40 milioni

Fonti vicine alle Ferrovie dello Stato parlano di cifre davvero importanti: oltre 40 milioni di euro, per trasformare i 400mila metri quadrati di binari tra via Corsica e via Orzinuovi in uno scalo strategico, capace di accogliere centinaia di treni merci al giorno sui quali caricare e scaricare - grazie ad una imponente gru - i container. Il progetto è un tassello della più ampia trasformazione della zona ovest della città, che coinvolgerà anche l’Ortomercato e pezzi importanti delle vecchie fabbriche dismesse. «Il futuro intervento si svilupperà su un’area che è già oggi a vocazione ferroviaria, anche se sottoutilizzata - spiega al Corriere la società con sede a Chiasso - . Hupac si sta occupando della pianificazione della futura infrastruttura, che intendiamo costruire e gestire, perché sappiamo che c’è una forte richiesta di mercato. La fascia di territorio che da Brescia passa per Bergamo e arriva a Milano è attualmente privo di un terminal logistico efficiente». Per questo Hupac ha concordato una strategia già condivisa dal governo italiano, dalle Ferrovie dello Stato e dal Comune. «Oggi è diventato altamente antieconomico, oltre che inquinante, fare viaggiare le merci su gomma - prosegue Hupac - per questo abbiamo pensato a tre grandi centri intermodali: a Milano, Brescia e infine a Piacenza». Il modello di riferimento è quello del centro intermodale di Duisburg, in Germania, che da polo industriale, negli anni Ottanta è stato convertito ad area logistica.

 


L’inizio dei lavori

Il 2016 sarà l’anno in cui il governo svizzero dovrà valutare il progetto, per poterlo ammettere ai finanziamenti messi a disposizione per diminuire il traffico di merci su strada. Se arriverà l’«ok», i lavori potranno partire già nel 2017. «Noi confidiamo in una risposta positiva», aggiunge la referente Hupac. Non si tratta di ottimismo fuori luogo, ma di «sintonia» con le coordinate viabilistiche e ambientali della confederazione elvetica, che dopo aver investito la bellezza di 7,8 miliardi per la realizzazione del traforo più lungo al mondo - quello del San Gottardo - ora intende sfruttare al meglio i 57 km di linea ferroviaria che collegherà Milano e Zurigo in 2 ore e 40 (dimezzando i tempi di percorrenza). «Dobbiamo diminuire il traffico su gomma in ingresso nel nostro Paese, per avere anche benefici in termini ambientali. E dobbiamo intervenire laddove partono le merci, ovvero nel Nord Italia». Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA

 

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