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13 Lug 2015
Genova - Il Terzo valico è un’infrastruttura importante per l’Europa, e non c’è nessuna preclusione al suo finanziamento, né la sua realizzazione è messa in discussione, ma l’Italia dovrà dimostrare che l’opera è giustificata da un adeguato volume di traffici, in entrata e in uscita dal porto di Genova. Questa è in sostanza la spiegazione che è stata data martedì a Bruxelles da Olivier Onidi, responsabile delle Reti Ten-T della direzione Mobilità della Commissione europea, ai rappresentanti del governo (Mauro Bonaretti e Paolo Signorini per il ministero delle Infrastrutture, Raffaele Tiscar e Maurizio Maresca per Palazzo Chigi) dopo la lettera del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, al ministro Delrio e al premier Renzi sul mancato finanziamento Ue al Terzo valico.
Onidi ha chiarito che sull’opera non ci sono pregiudiziali e che potrà essere ri-finanziata il prossimo anno, ma solo se l’Italia riuscirà a documentare il valore prioritario del Terzo valico: accordi tra gli enti interessati alla costruzione dell’opera ed enti/organizzazioni delle aree geografiche europee che potrebbero beneficiarne (Baviera e Svizzera); futuri investimenti all’interno del porto di Genova, che giustifichino un aumento del (oggi modesto) traffico ferroviario in entrata e uscita dallo scalo; imprese e realtà produttive dell’area interessate alla realizzazione dell’opera: in pratica, chi materialmente metterà le merci sulla ferrovia per farle viaggiare nella lunga galleria sotto l’Appennino. Se l’Italia rispetterà queste condizioni, ha spiegato Onidi, allora si potrà pensare al ritorno nei finanziamenti al Terzo valico. Leggi tutta la notizia
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH