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27 Mag 2015
MANTOVA. Dosolo, Suzzara, Mantova. Le indagini della Dia di Brescia sulle infiltrazioni mafiose nei cantieri delle grandi opere hanno disegnato una virgola che attraversa il Po. Gsc srl a Dosolo, Muto trasporti e logistica srl a Suzzara, Mnt di via Gaber e Geco srl di via Chiassi a Mantova. Sono queste le quattro aziende mantovane bastonate dai provvedimenti di interdittiva antimafia emessi dalla direzione investigativa antimafia di Brescia. Il procuratore generale Pier Luigi Maria Dell’Osso la settimana scorsa aveva parlato di aziende che lavoravano per la realizzazione di Expo e Brebemi, ma l’attività delle quattro ditte mantovane risulta essersi spalmata anche in altre direzioni. I fari della Dia da pochi mesi istituita a Brescia come braccio operativo della Dda, proprio per l’emergenza ’ndrangheta sul territorio bresciano, cremonese e mantovano, hanno messo in luce le relazioni pericolose delle quattro aziende con ditte in odore di mafia legate a personaggi della criminalità organizzata .
Gsc srl. L’azienda edile, oggi in liquidazione, si occupava di costruzione di edifici civili e di lavoro terra nella sede di via Cerati a Dosolo. Socio unico e rappresentante legale risulta Massimo Siciliano, 45enne di Catanzaro, residente a Dosolo. L’impresa è finita nel mirino delle indagini antimafia su appalti pubblici a Reggio Calabria, città dove ha sede un’altra azienda di costruzioni di Siciliano.
Muto trasporti e logistica srl. Ha sede a Suzzara in via Manenti. L’amministratore unico è Rosetta Pagliuso, amministratore della Muto immobiliare e della Romeorecline.
L’azienda, coinvolta l’anno scorso nelle indagini che hanno portato in carcere l’intera famiglia Pugliese, con tredici arresti e sigilli a beni per 13 milioni di euro, tutti riconducibili alle cosche Arena e Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto.La ditta è stata colpita dall’interdittiva antimafia dopo che le indagini hanno scovato cantieri collegati alla Truck service di Crevalcore, intestata formalmente a un cittadino moldavo, Iurie Ungurean. Un prestanome, secondo la Dia, per i traffici di Nicolino Grande Aracri, considerato il boss di punta delle cosche crotonesi.
Mnt movimento terra e noleggi autotrasporti. Ha sede in via Gaber, a Mantova. Opera nei cantieri della Pedemontana Lombarda. Gli investigatori della Dia hanno intrecciato subappalti e legami: il disegno porta a una famiglia, i Della Monica, già sotto il faro dell’antimafia. Uno dei membri, Pasquale, tra il 2000 e il 2002, era stato indagato dai carabinieri di Cefalù nell'operazione "Caronte" per concorso esterno in associazione mafiosa» nell'ambito di alcuni appalti, poi però la Dda di Palermo nel 2010 aveva deciso di non procedere contro di lui. Alla Mnt è stato revocato l’appalto.
Geco srl. L’azienda con sede in via Chiassi, a Mantova, è stata colpita da un’interdittiva definita “atipica” per la ricostruzione post terremoto.
Dopo aver lavorato per conto di Aimag nella rimozione delle macerie, e quindi finita nel mirino delle indagini antimafia sul business dei detriti, due anni fa aveva fatto ricorso contro l’esclusione dalla white list per il sospetto di aver aggirato i controlli stabiliti dalla legge per noleggiare i mezzi dalla Tipaldi trasporti, i cui titolari, incensurati, sono però parenti del Pasquale Tipaldiucciso nel 2005, considerato dagli investigatori un affiliato alla cosca degli Arena, che tiene le fila di affari loschi tra Lombardia, Emilia e Germania. La difesa della Geco si basa sulle carte: la Tipaldi avrebbe avuto il certificato antimafia in regola, quindi non sarebbe stato lecito ipotizzare contiguità con la ’ndrangheta calabrese soltanto sulla base della provenienza geografica.
Una difesa che dovrà essere valutata: l’interdittiva atipica, infatti, non è definitiva, ma deve essere sottoposta a una nuova valutazione e la Geco potrebbe essere riabilitata.
Fonte: GAZZETTA DI MANTOVA