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22 Mag 2015
L'imprenditore dell'autotrasporto austriaco, titolare dell'omonima società nota in tutta Europa, è stato arrestato il 4 maggio 2015 per bancarotta fraudolenta e frode fiscale. Avrebbe anche utilizzato autisti in modo irregolare.
Stadler era arrivato a 72 anni al vertice di una holding dell'autotrasporto, che contava una flotta di mille camion e impiegava 1200 autisti in tutta Europa. Poi, nel dicembre del 2012 l'impero è crollato dopo la sentenza d'insolvenza e fallimento emessa dai giudici austriaci. Ma questo non è stato che l'inizio di una caduta ancora più precipitosa. Nel gennaio di quest'anno, la Corte d'Appello ha confermato la confisca dei beni personali. Nel frattempo, esperti hanno analizzato i bilanci della holding, scoprendo non solo un vortice di trasferimenti di denaro, ma anche spostamenti di dipendenti e frodi fiscali. Un sistema che ha portato all'arresto di Stadler, avvenuto il 5 maggio.
Secondo i sindacati, le operazioni di Stadler avrebbero causato un danno all'erario e alla previdenza dei lavoratori di almeno 50mila euro l'anno per ogni veicolo. I difensori dell'imprenditore sostengono che i giudici avrebbero attuato un'applicazione "rigida" delle norme, causando la distruzione di un'impresa che forniva lavoro a centinaia di persone. Inoltre, affermano che certe azioni sono necessarie per affrontare la concorrenze dell'Est.
Ma le indagini mostrerebbero che l'imprenditore austriaci è andato ben oltre il lecito, lasciando gli autisti settimane in viaggio e facendo pressioni per violare le norme sui tempi di guida. Le conseguenze sono state pesanti sulla salute fisica e psicologica dei conducenti, come dimostra il caso di un autista rumeno dell'azienda, che si è impiccato tra i trattore e il semirimorchio perché gli avrebbero negato le ferie dopo il matrimonio, come afferma la stampa austriaca. Leggi tutta la notizia
Fonte: TE - TRASPORTO EUROPA