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14 Apr 2015

MaxiAuthority, no di Regione e D'Agostino

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Bocciature pesanti per l'ipotesi Russo

 

A tre giorni dall’annuncio rischia di finire “demolito” l’emendamento presentato alla Commissione affari costituzionali dal senatore Francesco Russo per istituire l’Autorità logistica regionale unica. Ieri, tra le altre, sono arrivate due stroncature particolarmente pesanti: quella del commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino e quella della presidente della Regione Debora Serracchiani. Negli intendimenti di Russo, condivisi a suo dire anche dal senatore ed ex assessore regionale ai Trasporti Lodovico Sonego, c’è la creazione di una sola governance che riunisca i porti, gli interporti e l’aeroporto del Friuli Venezia Giulia e che faccia riferimento alla Regione stessa sottraendo tra l’altro lo scalo triestino alla nuova legge nazionale sui porti.

«È un percorso che non mi piace - afferma convinto D’Agostino - in questo modo tutte le strutture logistiche regionali verrebbero messe sullo stesso piano, Trieste equivarrebbe a Monfalcone e invece il mercato, i traffici, gli operatori hanno scelto e hanno messo Trieste sopra tutto. Se si fa un network è da Trieste che deve partire, non dalla regione». Nell’assetto prefigurato da Russo invece, secondo D’Agostino, Trieste per poter utilizzare una banchina a Monfalcone dovrebbe appena chiedere alla Regione. «Non ci sarebbe sviluppo in questo modo - sostiene il commissario dell’Authority triestina - o perlomeno si tratta di un percorso che presenta troppe incognite». Largamente preferibile invece dal punto di vista della Torre del Lloyd l’altro percorso, quello che dovrà essere individuato dalla nuova legge sui porti ora in mano al neoministro Graziano Delrio. «È l’Autorità portuale triestina che deve allargarsi per includere gli altri porti e interporti e guidarli e non deve succedere l’inverso», chiude D’Agostino.


«Il porto di Trieste è un’infrastruttura strategica a livello nazionale - ha affermato ieri Serracchiani - e ho già avuto modo di sottolineare che, per quanto riguarda la movimentazione dei contenitori, Trieste deve essere uno dei tre porti strategici in Italia. Ho il fondato timore che l’emendamento rischi di ottenere l’effetto opposto a quello auspicato, scorporando e marginalizzando lo scalo rispetto al sistema portuale italiano. Penso che ciò che dobbiamo chiedere sia la possibilità di competere ad armi pari sul mercato internazionale, rendendo più agili le Autorità portuali e che siano valorizzate le nostre specificità, come il Punto franco. E sempre per rispondere alle esigenze del mercato serve un coordinamento operativo fra porti, interporti operatori e gestori d’infrastruttura».  Leggi tutta la notizia

 

 

 

 

Fonte: IL PICCOLO

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