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09 Feb 2015

Salario minimo per gli autisti di tutta Europa: ecco la proposta che la Fai porta a Bruxelles

 

Da un problema di settore, questo fenomeno si trasforma in un'emergenza nazionale

 

La Francia mette il divieto di riposo notturno in cabina nel fine settimana, la Germania applica (anche se per adesso lo sospende in attesa del parere della Commissione UE) il salario minino garantito di 8,5 euro/ora, l’Italia inverte l’onere della prova nel trasporto di cabotaggio applicando a carico del vettore straniero sanzioni fino a 15.000 euro, ma anche altri paesi in maniera «meno spinta» hanno fatto qualcosa. Cosa mirano a combattere tutte queste misure? E, soprattutto, qual è il problema? Semplice: da quando nell’Europa comunitaria sono entrati alcuni paesi dell’Est che registrano costi del lavoro che ammontano a meno della metà di quelli medi del resto d’Europa, si è innescata una gara al ribasso pericolosa. È tempo di individuare una soluzione. E siccome le normative che garantiscono la libera circolazione dei lavoratori sono europee, è a Bruxelles che bisogna individuarla. Ed ecco perché Pasquale Russo, segretario di Fai-Conftrasporto, ha deciso di andare ad affrontare il problema alla radice. Così il prossimo 26 febbraio andrà a porre la questione direttamente alla commissione Ue Affari Sociali e a proporre che venga fissato un salario minimo per tutti i lavoratori comunitari ad alto tasso di mobilità. A quanto debba ammontare questo salario andrà ovviamente discusso. A titolo esemplificativo si può parlare di una base di 1.000 euro mensili. Ma l’importante è che ci sia una sola normativa in ambito europeo, evitando così che i singoli paesi innalzino proprie e spesso contraddittorie barriere antidumping.

L’iniziativa di Russo avviene peraltro nel momento in cui in Italia si registrano altri nuovi preoccupanti fenomeni, ripresi da molta stampa, peraltro orientata politicamente in modo differente. Tanto per fare un esempio, sia L’Espresso sia il Giornale hanno dato spazio a quel fenomeno che vede molti autisti italiani prendere la residenza in paesi dell’Est Europa, in modo tale che a quel punto possono iscriversi alle agenzie locali del collacamento e quindi sperare disottoscrivere un contratto di somministrazione con una qualche azienda di autotrasporto italiana e tornare così a lavorare nello Stivale come distaccati. Con una busta paga che nel netto si può avvicinare a quella dei "vecchi" colleghi, ma che è alleggerita di quasi il 50% per quanto riguarda la contribuzione previdenziale e assistenziale. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: UOMINI E TRASPORTI

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