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28 Nov 2014
Parte lunedì prossimo, primo dicembre, il test per l’emissione anticipata del certificato sanitario per le merci in importazione alle frontiere italiane. La sperimentazione durerà sei mesi e permetterà anche agli uffici di sanità marittima (Usmaf) di partecipare alle operazioni di pre-clearing, a cui finora non avevano potuto aderire. La partecipazione del ministero della Salute al pre-clearing è una delle condizioni invocate da più parti perché la procedura diventi efficace. Lo scorso aprile era stato il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, a chiedere alla sanità marittima di non frenare lo sviluppo dei porti. Più recentemente è stato il presidente dell’Authority di Ravenna, Galliano Di Marco, a spiegare che senza la partecipazione della sanità il pre-clearing è uno strumento spuntato. Finora il ministero aveva opposto ragioni di sicurezza alla sua decisione di non aderire al pre-clearing. Non si riusciva a trovare la quadra fra la possibilità di anticipare il via libera e la necessità di garantire i controlli. Il pre-clearing prevede infatti la possibilità di sdoganare la merce prima ancora che sbarchi in banchina, mentre la nave è in alto mare in avvicinamento al porto.
Anche Piero Lazzeri, presidente di Fedespedi (federazione italiana degli spedizionieri) pur riconoscendo l’importanza del pre-clearing, aveva notato lo scorso giugno che «se andiamo a vedere quali sono le tipologie di merce che ne beneficiano e allarghiamo lo sguardo non soltanto a Genova, ma a tutto il sistema portuale del paese, allora ci accorgiamo che le percentuali sono ancora molto basse». Adesso la situazione si è sbloccata, anche se la circolare emanata lo scorso 28 ottobre sottolinea che in caso di emergenza i controlli potranno comunque essere effettuati, anche sulla merce che ha già ricevuto il via libera. «L’ufficio . afferma il ministero - ha la facoltà di annullare il provvedimento emesso in caso di segnalazioni di interesse sanitario relative alla merce e/o al Paese di origine o provenienza». Sembra essere questa la quadra che ha permesso di trovare una soluzione di compromesso che non metta a rischio la salute pubblica.
Per quanto riguarda la procedura operativa, la circolare spiega che le richieste di certificato sanitario anticipato saranno prese in carico secondo l’ordine temporale di presentazione e che potranno essere date tre risposte: emissione del certificato su base documentale; permanenza della partica “in lavorazione” (se manca documentazione o pagamento del tributo) e ammissione o meno a secondo che la mancanza venga o no risolta; permanenza della pratica “in lavorazione” se si rende necessario il controllo fisico della merce. In quest’ultimo caso non sarà possibile anticipare il documento e il via libera verrà eventualmente dato dopo il superamento della verifica.
La risposta potrà essere visualizzata dall’operatore sul sistema telematico delle Dogane, Aida, nella sezione dedicata allo sportello unico doganale, oltre che sull’applicativo Nsis dell’Usmaf. Il pre-clearing è entrato a regime nei porti di Genova e La Spezia dallo scorso febbraio. Successivamente si è esteso a molti altri porti, come Savona, Ravenna, Venezia, Trieste, Taranto, Bari, Livorno. A Napoli entrerà in vigore a metà dicembre. Leggi tutta la notizia
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH