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27 Nov 2014

Cresce lo scambio commerciale con il Mediterraneo

 

Le esportazioni hanno superando la soglia dei 29 miliardi di euro

 

L'Italia è uno dei protagonisti del commercio mondiale, con esportazioni pari a 390 miliardi di euro nell'ultimo anno. Fuori dell'area europea, dove è indirizzato il 67% delle merci italiane, l'export verso i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo ha toccato i 29 miliardi di euro, cui si sommano quasi 15 miliardi di export verso l'area del Golfo, per un totale di 43,8 miliardi di euro. Secondo quanto rivelato dal 4° Rapporto sulle relazioni economiche tra Italia e Mediterraneo elaborato da SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno), la Regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa) più la Turchia copre quindi l'11,1% del totale dell'export dell'Italia, un valore superiore alle esportazioni verso gli Stati Uniti (27 miliardi) e verso la Cina (9,9 miliardi).
Osservando il trend di lungo periodo, da 2001 al 2013 l'export dell'Italia verso l'Area Med è più che raddoppiato (+107,1%), toccando il valore di 29,1 miliardi di euro nel 2013. Il ritmo di crescita dell'export italiano è stato superiore a quello di Stati Uniti (+58,6%) e Francia (+53,8%) e non lontano da quello della Germania (+138,7%). Le proiezioni a fine 2014 indicano una sostanziale tenuta dell'export italiano (-0,6% sul 2013), una prestazione migliore rispetto ai propri concorrenti europei.
Per quanto riguarda l'interscambio commerciale (import + export), con 54,8 miliardi di euro di scambi commerciali con l'area del Mediterraneo (a fine 2013) l'Italia è, dopo Stati Uniti (62 miliardi) e Germania (oltre 57 miliardi), il principale partner commerciale della sponda Sud del Mediterraneo. Da notare che il 2013 ha fatto registrare una contrazione (-11,2% sul 2012) dovuta essenzialmente al forte calo delle importazioni di petrolio dalla Libia (-37,8% nel 2013). Questo dato ha portato l'Italia nel 2013 al terzo posto nella classifica dei partner commerciali, dietro Stati Uniti e Germania.
I dati relativi alla prima metà del 2014 confermano, a seguito dei persistenti problemi di instabilità in Libia, un significativo calo dell'interscambio commerciale che si attesterà sul -5,8% per il 2014. Le proiezioni al 2016 indicano che l'Italia, pur mantenendo una posizione di rilievo, scenderà al 4° posto tra i principali partner dell'area Sud Mediterraneo, con un valore previsto dell'interscambio pari a circa 57 miliardi di euro.
L'incidenza dell'Area Sud Mediterraneo sul totale del commercio estero dell'Italia del 7,3% nel 2013, una quota sensibilmente maggiore rispetto ai principali concorrenti dell'Italia (per la Germania tale incidenza è del 2,9% e dell'1,7% per la Cina). "Questo dato – sottolineano i ricercatori di SRM - indica con chiarezza la specializzazione mediterranea del commercio estero italiano. Specializzazione maggiormente marcata per il Mezzogiorno che (grazie alla vicinanza geografica e alla proiezione geo-economica della sua economia) raggiunge un'incidenza dell'interscambio verso l'area del Sud Mediterraneo doppia rispetto all'Italia e pari al 14,6%. Valore che dipende anche dalla più marcata incidenza che l'interscambio petrolifero ha da e verso le Regioni del Sud Italia".
Una quota rilevante dell'interscambio dell'Italia con i Paesi dell'area è costituita proprio dal commercio di prodotti energetici, che ha in alcune regioni del Mezzogiorno l'area di arrivo di pipeline e gasdotti. Il valore dell'interscambio energetico sul totale è pari al 40,3%, in calo rispetto al 2012. Alcuni di questi Paesi si confermano essenziali per il nostro approvvigionamento energetico: da quest'area arriva infatti oltre il 22% delle forniture italiane di prodotti energetici, una percentuale che per Francia e Germania è inferiore al 10%.
Esaminando infine la crescita media dei Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo, SARM sottolinea che, prima della lunga fase di turbolenza originata dalla crisi finanziaria internazionale nel 2009 e dalle tensioni politiche derivanti dalle cosiddette Primavere Arabe, il Pil cresceva annualmente in media del 5,5%. Un ritmo poi sceso all'attuale 2,3% nelle previsioni per l'anno corrente. Valore comunque previsto di nuovo in ripresa al 3,6% nel 2015 e al 4% nel 2016.
"I rivolgimenti politici intervenuti dal 2011 – spiega il Rapporto - hanno avuto, tuttavia, ripercussioni differenziate nei singoli paesi in relazione alla diversa intensità con cui si sono manifestati. In Marocco, Paese solo sfiorato dalle proteste del 2011, il Pil è cresciuto nel 2013 del 4,4%, trainato dallo sviluppo del settore agricolo (+20,2% la produzione nel 2013). Leggi tutta la notizia

 

Fonte: TE - TRASPORTO EUROPA

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