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27 Mag 2014
Autotrasporto in caduta libera con segni meno in doppia cifra sul numero di aziende, ma forti speranze riposte nello sviluppo del Porto. La conviviale del Propeller Club di Trieste, tenutasi nei giorni scorsi all'hotel Greif, ha fornito agli operatori del settore un'occasione importante per scattare un'immagine della situazione provinciale e regionale di camionisti e servizi legati alla logistica. “L'autotrasporto, anello vitale dell'intermodalità” era infatti il tema da sviluppare nell’ultimo di un ciclo di incontri dedicati interamente al tema dello shipping.
A portare la discussione su un piano di realtà concreta ci hanno pensato i due rappresenti di Confartigianato presenti all'incontro: il segretario generale Enrico Eva e la presidente degli autotrasportatori, Rita Rapotez. «Negli ultimi dieci anni abbiamo registrato un calo nel numero di aziende del 35% in Friuli Venezia Giulia e del 50% in provincia di Trieste, dove oggi ci sono 214 imprese attive. E nel corso del 2013 la polizia stradale, in tutta Italia, ha elevato solo 93 verbali di violazione per le regole del cabotaggio. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro», ha detto Eva.
Una normativa eccessivamente complessa e scarsi controlli nei confronti di ditte straniere (per circolare con il camion sul territorio italiano esistono regole spesso non rispettate) sembrano gli scogli da superare per risolvere, almeno in parte, le difficoltà del settore.
In precedenza aveva parlato Ervino Harej, manager di Autamarocchi, fiore all'occhiello del trasporto locale: la società, di livello europeo (circa 120 milioni di euro di fatturato e 906 dipendenti), è celebre per avere introdotto informatica e innovazione nella gestione della flotta di proprietà (640 autoarticolati e 1250 semirimorchi).
Unanime la tesi della soluzione capace di mettere la parola fine a una crisi che dura ormai da anni: a Trieste l'autotrasporto è strettamente legato alle attività portuali e quindi gli annunciati sviluppi di traffico sono attesi per il rilancio di tutte le attività legate alla logistica.
A proposito di sviluppo portuale, nel dibattito successivo all'incontro sono emerse le tematiche del Piano regolatore e della lunga attesa per la sua approvazione, nonché il timore per non avere ancora sentito un “no” definitivo in merito all'impianto di rigassificazione progettato da Gas Natural a Zaule, nonostante la contrarietà delle associazioni di categoria degli operatori portuali. Qualcuno ha ipotizzato che le due questioni siano connesse.
I relatori chiamati a chiudere la prima parte del dibattito, gli avvocati Alberto Pasino e Paola Bardi, si erano soffermati nei loro interventi su alcuni dei numerosi aspetti legati alla normativa in materia di autostraporto. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL PICCOLO