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09 Apr 2014
L'Expo vero e proprio, per così dire, è ormai un’occasione persa, perché la commessa per la gestione della logistica dell’evento è stata affidata circa un mese fa alla filiale italiana del colosso tedesco Db Schenker. Ora le aziende nazionali della movimentazione merci guardano all’eredità dell’Esposizione universale, una ricaduta che la Camera di commercio di Milano stima in 9mila nuovi posti di lavoro (di cui 6mila in Lombardia) e 1,8 miliardi in più di produzione. Condizione necessaria però è che il sistema delle infrastrutture sia un meccanismo ben oliato. E qui cominciano le dolenti note, tra i ritardi dei cantieri e le difficoltà legate alla congiuntura economica.
Da dove arriveranno le merci per Expo? Innanzitutto dal mare, attraverso il porto di Genova, che è per tradizione la via ingresso dal Tirreno verso Milano . Basta un numero: già oggi il 44% del traffico di container nel porto ligure è diretto in Lombardia. Luigi Merlo, presidente dell’autorità portuale di Genova, è ottimista: l’Esposizione universale è la prova generale di «un nuovo modo di fare logistica, il distretto logistico del Nordovest. Expo è solo un pretesto, perché non saranno i container di Expo a cambiare l’aspetto dei nostri porti». I contatti, invece, potrebbero fare la differenza. «Tra i 140 Paesi aderenti, vi sono economie in fase di sviluppo su cui si possono consolidare rapporti», osserva Merlo.
Dal Pirellone l’autorità portuale ligure incassa l’appoggio anche «finanziario — si espone l’assessore regionale alla Mobilità, Maurizio Del Tenno — per risolvere i problemi del porto», che Genova respinge con un «no grazie». «Noi non chiediamo soldi in questo momento — precisa Merlo — ma la condivisione di un progetto: che la Lombardia, in questo caso, sia sponsor convinta del terzo valico, che rende completo il corridoio verso la Svizzera». Perché una volta scaricati sulle banchine, i container devono trovare la via delle città e quelle ferrate sono considerata le strade più efficienti. A riconoscerlo sono gli stessi imprenditori del settore.
Per Riccardo Fuochi, a capo dell’International Propeller Club - Port of Milan, il gruppo cittadino che raduna gli imprenditori del trasporto marittimo, «si sarebbe dovuta fare una Pedemontana su ferro per aiutare la logistica». Lombardia, Piemonte e Liguria hanno pronto un protocollo d’intesa per coordinare le attività di collegamento via treno, ma, precisa l’assessore Del Tenno il nodo dell’investimento su ferro «è nazionale. È Rfi la proprietaria delle linee, sta a lei stabilire la strategia». Una priorità però, il Pirellone la indica:«Il secondo passante ferroviario di Milano». Secondo Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil-Ance, «la competitività della logistica si gioca su due velocità: una contingente ed è su gomma; una a medio-lungo periodo e riguarda il ferro». Leggi tutta la notizia
Fonte: QUOTIDIANO.NET