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20 Feb 2014
L’agenzia delle dogane e gli spedizionieri incrociano le armi. Oggetto del contendere, i dazi doganali che, anche laddove la Commissione tributaria provinciale giudica non dovuti, l’agenzia delle dogane pretende ugualmente, facendo procedere Equitalia a dispetto della immediata esecutività della sentenza di primo grado dei giudici tributari. Accade nel porto della Spezia, soprattutto, ma anche a Genova. E le associazioni degli spedizionieri lanciano un grido d’allarme: «Così gli operatori rischiano di fallire per dazi per giunta non dovuti».
«Alla Spezia i contenziosi di questo genere si stanno moltiplicando - denuncia Bruno Pisano, presidente degli Spedizionieri della Spezia - Alcuni valgono milioni di euro e mettono i Cad, i centri di assistenza doganale, a rischio chiusura. Ci stiamo muovendo a livello nazionale presso l’Agenzia centrale delle dogane di Roma e attraverso Confetra». L’intoppo è legato a differenti interpretazioni giuridiche della normativa. In caso di avvisi di rettifica di accertamento, infatti, la dogana richiede i diritti aggiuntivi sia all’importatore sia allo spedizioniere. Se l’importatore paga il dovuto non sorgono problemi, ma se questo è fallito oppure fa ricorso, allora viene chiamato a pagare anche il Cad, che a suo volta ricorre alla Commissione tributaria e in molti casi vince. Nonostante la sentenza di primo grado favorevole, provvedimento che dovrebbe essere immediatamente esecutivo, l’agenzia delle dogane procede però ugualmente, in forza di contraddizioni con la normativa Ue - e pretende i diritti. Morale: i Cad si trovano alla porta Equitalia, «perché la dogana per sgravare aspetta il terzo grado di giudizio - dice Pisano - ma questa posizione rischia di far fallire imprese, salvo poi avere conferma, passata in giudicato la sentenza, che i Cad avevano ragione e che i diritti non erano dovuti».
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH