News

18 Dic 2013

Procedure doganali, prove di unione

 

Genova - Proposta di direttiva della Commissione per uniformare i regimi

 

La Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva per armonizzare le procedure di contrasto alle frodi doganali e alle contraffazioni. Si tratta di una risposta alle sollecitazioni che arrivavano anche dal mondo portuale e non soltanto portuale italiani (basti pensare alla mobilitazione dello scorso 4 dicembre al passo del Brennero da parte di Coldiretti) perché venissero eliminate quelle differenze di comportamento fra i diversi paesi europei che hanno provocato gravi danni alla nostra economia. Più volte il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, ha denunciato il vero e proprio dumping generato dalle politiche meno restrittive in materia doganale adottate dai paesi dell’Europa settentrionale. Sommata al gap infrastrutturale, la maggiore facilità con cui le merci attraversano i confini a Rotterdam o ad Amburgo spinge i vettori marittimi e i loro clienti a preferire un viaggio più lungo di qualche giorno per far arrivare nel cuore dell’Europa e anche nella pianura padana, i prodotti provenienti dall’Asia.

L’iniziativa della direttiva, secondo quanto auspica la Commissione europea, contribuirà a ridurre questo fenomeno, mettendo i porti dei diversi paesi su un piano di parità. «L’obiettivo – spiega una nota della Commissione, facendo proprie le preoccupazioni denunciate fra gli altri da Merlo e dalla Coldiretti – sono l’incertezza legale per chi fa affari e le possibili distorsioni competitive del mercato interno. Questo significa vulnerabilità nella raccolta dei profitti e debolezza nel mettere in atto politiche di protezione dei consumatori e politiche agricole per quanto riguarda l’importazione e l’esportazione di merci. Risponde anche ai problemi di uniformità dell’unione doganale, che sono un impegno decisivo dell’Unione europea in quanto membro del Wto».

Se l’unione doganale è ormai una realtà per quanto riguarda l’armonizzazione della giurisprudenza, resta una grande diversità di comportamenti sul piano delle procedure, che di fatto rendono inattuata la stessa unione doganale. La Commissione ha verificato che per la medesima violazione delle norme europee ci sono paesi che se la cavano con una piccola multa e altri che arrivano addirittura al carcere. La proposta di direttiva prevede che tutto ciò venga armonizzato, con una scala di sanzioni che tenga conto della volontarietà o meno dell’infrazione, ma anche della recidiva e della durata. La multa potrà andare dall’1%, nei casi più lievi, al 30%, in quelli più gravi, del valore della merce. «Mi sembra - commenta Luigi Merlo - che si vada nella giusta direzione. Bisogna capire che cosa potrà fare il parlamento europeo, che è in scadenza. L’Italia ha dato un buon segnale con l’attivazione del pre-clearing e dello sportello unico, ma adesso occorre anche recuperare quello che si è perso in passato».

La contraffazione delle merci colpisce pesantemente il settore agroalimentare, che vale in Italia 250 miliardi di euro. Se n’è parlato ieri a Roma durante la presentazione del progetto Safety for food, la piattaforma informatica sviluppata da Penelope spa e Cisco Italia come base per un “passaporto” digitale degli alimenti. Il giro di affari del falso, nella trasformazione alimentare “made in Italy” (contraffazione dei prodotti e imitazione dei nomi), è stato stimato superiore ai 60 miliardi di euro annui.

 

Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

GEP Informatica
Verizon Connect
Grimaldi Group
sogedim
Logistica Integrata
SP TRANS
Aziende Green su Transportonline
SOS Logistica
TN Trasporto Notizie