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17 Dic 2013
Le componenti più pericolose delle armi chimiche siriane arriveranno in un porto italiano "non militare", che ospiterà le navi danesi e norvegesi che le avranno portate fuori dalla Siria. A scegliere la località saranno i tecnici dell'Opac, che valuteranno le caratteristiche necessarie per le operazioni "il pescaggio, l'ampiezza e la vicinanza da centri abitati". E sarà una scelta puramente tecnica, "non politica", come ha sottolineato Emma Bonino al termine del Consiglio dei ministri degli Esteri europei, che hanno ringraziato l'Italia per la disponibilità.
Un "ringraziamento" che dovrebbe portare il nostro Paese al tavolo della conferenza sulla Siria che l'Onu convoca per il 22 gennaio. Conferenza che finora era nota come 'Ginevra 2' ma che potrebbe invece svolgersi a Montreux. D'altronde, dopo "lo sdegno" suscitato dall'attacco di agosto, ha sottolineato Bonino, era "importante per la credibilità internazionale" che "gli impegni fossero realizzati e che ognuno faccia la sua parte". A riferire sui dettagli tecnici delle operazioni e sulla scelta del porto "sarà la stessa Opac in Parlamento alla ripresa dell'attività a gennaio". Massimo il riserbo sulle ipotesi.
Fonti dell'organizzazione dell'Aja lasciano trapelare solo che le opzioni allo studio sono tre, in "regioni del centro-sud". La preferenza sarà data ad un porto abbastanza ampio da permettere l'ingresso di grandi navi, che non sia vicino a grandi centri abitati e di cui sia possibile garantire la massima sicurezza. L'operazione da compiere è il trasbordo sulla nave americana 'Cape Ray', attrezzata con speciali apparati mobili per lo smaltimento dei cosiddetti precursori (le sostanze chimiche che liberano i gas più pericolosi quando vengono mescolate) che avranno lasciato la Siria a bordo di navi danesi e norvegesi. Leggi tutta la notizia
Fonte: ANSA