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23 Ott 2013
Anche nel 2013 l’export tricolore si conferma l’asso nella manica del made in Italy. Lo sottolinea l’Ocse, registrando come nel secondo trimestre dell’anno le esportazioni “sono state l’unico fattore che ha fornito un contributo positivo alla crescita economica italiana” con un aumento delle vendite oltre frontiera dello 0.4% Nei primi sei mesi di quest’anno, malgrado il calo di consumi interni, le esportazioni hanno portato la bilancia commerciale italiana a segnare un saldo positivo di 12 miliardi di euro. Risultati in linea con il record del 2012 (la quota di export più alto in un decennio), e con la prospettiva, secondo la nuova Ice — Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione di generare 620 miliardi di export entro il 2015.
L’Italia è l’ottavo paese esportatore al mondo: i principali paesi di destinazione sono la Germania e Francia, che pesano il 13 e l’11%, seguiti da Stati Uniti, Spagna, Regno Unito, Cina e in forte crescita gli emergenti: Turchia, Polonia. Nel periodo gennaio-agosto 2013 la crescita tendenziale delle esportazioni verso i paesi extra Ue è stata (+2,3%). Il surplus commerciale con questi paesi è stato pari a 559 milioni di euro. La maggior parte delle merci viaggia su strada, rotaie o via mare. Ma la logistica della globalizzazione, servizi avanzati e produzione just in time, sta cambiando anche il mondo dei trasporti. Perché i mercati più dinamici all’export, come ha sottolineato l’Istat sono quelli del Mercosur (+16,4%) e la Cina (+14,4%) confermando che i nostri prodotti d’eccellenza viaggiano sempre più lontano. E si appoggia sempre più alla rete degli express courier e dei voli cargo. Nel primo trimestre dell’anno, il traffico via mare è infatti crollato del 20%.
I vettori aerei che accompagnano le merci italiane all’estero hanno invece contenute le perdite. Il 6% delle merci italiane, secondo le stime Aicai, viaggia a bordo dei voli dei corrieri espressi, per un valore di 16 miliardi l’anno. Ma è una cifra destinata ad aumentare. Perché la tipologia dei beni trasportati (Italy (farmaceutica, elettronica, componentistica e fashion)) è ad alto valore aggiunto, quelli time sensitive, che devono essere consegnati in tempi brevissimi, entro 24 ore, perché deperibili o perché rispondono alle logiche produttive del just in time. Secondo Oliviero Baccelli, Vice Direttore Certet Bocconi, «il mondo dei trasporti quello degli express courier ha tenuto meglio perché finalizzato ad accompagnare all’estero prodotti ad alto valore aggiunto e diretti nei nuovi mercati emergenti». E se consideriamo che «l’Italia ha perso il 25% della manifattura in pochi anni, ci rendiamo che la parabola degli express courier è comunque molto positiva». Leggi tutta la notizia
Fonte: LA REPUBBLICA