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28 Mag 2013
Timori per l'impatto delle nuove norme sui servizi tecnico-nautici
Il sindacato europeo dei lavoratori dei trasporti ETF (European Transport Workers' Federation) da un lato è parzialmente soddisfatto delle nuove proposte legislative per il settore portuale avanzate giovedì scorso dalla Commissione Europea ( del 23 maggio 2013), ma è anche fortemente preoccupato delle conseguenze che tali norme potrebbero avere sui servizi tecnico-nautici.
EFT ha manifestato soddisfazione per il fatto che la Commissione, con le nuove proposte contenute in un regolamento e in una comunicazione intitolata “Porti: un motore per la crescita”, abbia deciso di non toccare l'organizzazione del lavoro portuale e che la movimentazione delle merci sia esclusa dalle norme sull'accesso al mercato, ma ha espresso estrema preoccupazione per le conseguenze che le proposte potrebbero avere sui lavoratori dei servizi tecnico-nautici, in particolare nei settori del pilotaggio, rimorchio e ormeggio.
«Alcune organizzazioni marittime affiliate ad ETF - ha spiegato il segretario politico del sindacato europeo, Philippe Alfonso - rappresentano anche i lavoratori dei servizi tecnico-nautici. Il nostro punto di vista è che ogni tentativo di liberalizzare i servizi tecnico-nautici deve essere rigorosamente definito e controllato per evitare incidenti marittimi che costituirebbero una minaccia per l'ambiente marino e metterebbero a rischio vite umane. In verità - ha specificato Alfonso - dovremmo evitare una situazione in cui la sicurezza in mare viene sacrificata alla concorrenza e al profitto al fine di servire specifici interessi piuttosto che il più ampio interesse pubblico».
«Anche se il lavoro portuale non è incluso nel nuovo regolamento - ha aggiunto il responsabile della sezione Lavoro portuale dell'ETF, Terje Samuelsen - è chiaro che la liberalizzazione del lavoro portuale è ancora all'ordine del giorno della Commissione. La strategia - ha rilevato - sembra essere cambiata dato che siamo passati da proposte omnicomprensive ad interventi mirati a livello nazionale. Inoltre, nella sua comunicazione, la Commissione indica chiaramente la sua intenzione di tornare sulla questione del lavoro portuale nel 2016. I lavoratori portuali europei - ha concluso Samuelsen - continuano ad essere vigili e pronti a contrastare ogni tentativo di deregolamentare le loro professioni».
Fonte: INFORMARE