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12 Mar 2013
Tra le tante implicazioni della crisi economica, si sta determinando una riorganizzazione profonda nei pesi relativi dei blocchi economici nel commercio internazionale, con un conseguente riassetto del sistema di trasporto delle merci. La caduta nei volumi di traffico mondiale si è riflessa anche sulla filiera dell'industria degli autoveicoli, che rappresenta complessivamente una componente rilevante dell'intero settore manifatturiero: il suo contributo al valore aggiunto complessivo è pari in Italia al 15,9 percento, rispetto ad una media della Unione Europea pari al 15,5%.
Parla di questi temi il Rapporto su "Trasporto merci su strada. Analisi economico-statistica delle potenzialità e delle criticità di un settore strategico per lo sviluppo sostenibile", curato da Anfia ed Aci, presentato il primo marzo scorso. Il sistema mondiale dei trasporti garantisce, nonostante i riflessi della crisi ancora in corso, il flusso di grandi volumi di carico: nel 2012 sono stati esportati beni e servizi per 22,4 trilioni di dollari, pari al 28% del Pil mondiale.
Il baricentro della produzione e del commercio sta continuando a registrare cambiamenti intensi. Le economie avanzate contribuiscono per il 51,1% alla produzione del Pil ed al 62,3% dell'export, mentre le economie emergenti ed in via di sviluppo, che hanno quasi raggiunto il blocco dei Paesi più industrializzati in termini di ricchezza prodotta (48,9%) pesano ancora solo per il 37,7% sul totale delle esportazioni mondiali.
L'Area Euro, che costituisce il 14,3% del Pil mondiale, pesa per il 26% sul totale delle esportazioni, oltre un quarto del totale del mondo; la Germania, con un peso pari al 3,9% del Pil, incide sul totale delle esportazioni mondiale per l'8,2%, oltre un terzo dell'intera Europa. La Cina, che ha raggiunto il blocco europeo in termini di peso sulla ricchezza prodotta (14,3%), pur essendo ormai prossima a raggiungere gli Stati Uniti come principale paese esportatore, incide sul totale dell'export per il 9,4%.
L'Italia, in questo scenario di grandi trasformazioni, è rimasto l'ottavo Paese esportatore nel mondo.
In termini di traffico merci, i maggiori volumi sono movimentati dalla Cina, dagli Stati Uniti e dalla Russia (per quest'ultimo Paese incidono in particolare le esportazioni di prodotti energetici e petroliferi). In termini di ripartizione modale, si registra una prevalenza del trasporto su strada in Europa ed in Giappone, della ferrovia negli Stati Uniti ed in Russia (con un peso rilevante del trasporto ferroviario anche in Cina, dove però il trasporto stradale ha effettuato il sorpasso in termini di quota modale), della navigazione interna in Cina, degli oleodotti in Russia.
In Europa, la strada assorbe i due terzi del traffico movimentato, con la ferrovia che si attesta al 16,2% (in calo persistente, sia pur meno intenso dei passati periodi). Cresce il peso modale della navigazione interna, come effetto di trascinamento derivante dalla crescita del trasporto marittimo su scala internazionale, grazie all'incremento dei traffici feeder generati dalle grandi navi madre del sistema containerizzato di trasporto merci. In Italia i volumi di traffico, espressi in tonnellate*km nel periodo tra il 1995 ed il 2010, registrano un lieve calo, pari allo 0,2%: nello stesso periodo nell'Unione Europea i volumi di traffico sono aumentati del 26,2%.
Insomma, nel corso degli ultimi quindici anni, il settore dell'autotrasporto italiano, ed in generale tutto il mondo del trasporto nel nostro Paese, ha registrato un andamento piatto, a differenza degli altri principali Paesi europei: soprattutto le Nazioni di più recente ingresso nell'Unione stanno marciando a ritmi incalzanti, tanto che il baricentro del trasporto merci nel nostro Continente si sta spostando ad Est, non solo in termini di volumi movimentati ma anche in termini di operatori del trasporto che governano i flussi, anche sul nostro territorio.
Resta ancora rilevante il fenomeno del trasporto in conto proprio, che, se misurato in termini di tonnellate*km, incide sul totale delle macroaree di destinazione delle merci per l'11%, mentre, se misurato invece in termini di tonnellate, pesa per il 31,4%, a conferma che soprattutto nelle aree urbane e nelle brevi distanze non si è ancora affermato in Italia un mercato professionale dell'autotrasporto coerente con la realtà degli altri Paesi sviluppati.
In questo scenario, caratterizzato da riorganizzazione del baricentro industriale e commerciale, l'industria automotive si muove necessariamente in coerenza con questo scenario. A livello globale sono stati prodotti, nel 2011, 19,78 milioni di veicoli commerciali ed industriali, il 4,2% in più rispetto al 2010. In Italia, il 2012 ha visto un calo del 32% per il mercato dei veicoli commerciali leggeri, e del 30% per quello degli autocarri medio-pesanti,: questi dati si sono riflessi in un calo della produzione complessiva del comparto pari a circa il 10% grazie al contributo positivo che si è determinato in termini di esportazioni verso i mercati maggiormente dinamici. Leggi tutta la notizia
Fonte: L'HUFFINGTON POST