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19 Feb 2013

Puntare sui servizi logistici terziarizzati per migliorare la competitività

 

 

Il valore del fatturato delle aziende di logistica conto terzi (escludendo i trasporti aereo e navale) è stato pari in Italia a 73,7 miliardi di euro nel 2010, con un incremento in termini reali pari al 2 percento rispetto al 2009. Dopo un 2011 con un fatturato ancora in crescita, pari al 2%, si prevede per il 2012 ed il 2013 una situazione di stabilità, legata alla difficile situazione economica del Paese, solo in parte compensata da maggiori servizi logistici a supporto delle esportazioni. Si stima una riduzione del fatturato dei servizi logistici terziarizzati pari allo 0,3% per il 2012 ed una crescita del 2% per il 2013.
Per dimensionare il mercato della logistica in conto terzi in Italia è necessario depurare il fatturato (73,7 miliardi di euro) dal valore degli scambi interni alla filiera. Effettuando questa operazione, si stima che il valore del mercato italiano dei servizi logistici terziarizzati sia stato pari nel 2010 a 40 miliardi di euro.
Rapportando questo valore al totale dei costi logistici per i committenti al netto del costo delle scorte - valutato dal Centro Studi Confetra e da AT Kearney in 109 miliardi di euro - si ottiene un grado di terziarizzazione dei servizi logistici pari al 37%, sostanzialmente invariato rispetto al 2009.
L'autotrasporto è la categoria di operatori che pesa più sul fatturato dei servizi logistici terziarizzati (52%), seguita dagli spedizionieri (19%) e dagli operatori logistici (11%). Crescono a tasso più elevato le categorie ad alto contenuto di trasporto: i gestori di interporti/terminali intermodali (+10,2%), corrieri/corrieri espresso (+ 6,9%). Se consideriamo invece non il fatturato, ma il mercato della logistica in conto terzi, anche in questo caso il maggiore contributo è dato dall'autotrasporto (36%), cui seguono gli spedizionieri (26%), gli operatori logistici (19%) ed i corrieri/corrieri espresso (11%).
Il settore dei servizi logistici terziarizzati si è mosso verso una maggiore concentrazione, testimoniata dalla riduzione del numero complessivo di aziende (da 114.491 a 108.967), con una contrazione che ha riguardato soprattutto gli autotrasportatori non organizzati in società di capitali (i cosiddetti padroncini), e dall'incremento del fatturato medio per azienda (+9%), particolarmente spiccato nella categoria degli operatori logistici per le aziende comprese nella classe dimensionale tra i 50 ed i 100 milioni di euro di fatturato, in cui si è registrata una crescita del volume d'affari pari al 35%.
La stima è contenuta nel Rapporto su "Outsourcing della logistica: le potenzialità di crescita e di innovazione", pubblicato a novembre del 2012 dall'Osservatorio Contract Logistics, promosso dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano (per una rassegna delle attività dell'Osservatorio, che sta per lanciare la sua terza edizione, cfr. il sito). Si tratta di uno strumento estremamente utile per leggere i mutamenti in corso nella domanda e nell'offerta di servizi logistici nel nostro Paese.
L'Osservatorio propone una distinzione tra le forme differenti di terziarizzazione delle attività logistiche, distinguendo tra l'affidamento ad operatori specializzati di prestazioni elementari (handling, trasporto primario, trasporto secondario) o di attività complesse che comprendono la gestione di un intero set di attività (che includa almeno la movimentazione ed i trasporti). Nel primo caso si parla di "commodity outsourcing", con la regia del processo che rimane in capo al committente, mentre nel secondo caso siamo in presenza di "strategic outsourcing": il committente assume una scelta di medio periodo che delega al fornitore terzo anche attività di coordinamento e ricerca di efficienze.
Se si considerano solo i servizi compresi nello "strategic outsourcing", il valore del mercato scende dai 40 miliardi di euro della logistica terziarizzata nel suo insieme a 7,7 miliardi di euro, pari a circa il 20% del mercato totale, con un grado di terziarizzazione relativo alle funzioni più complesse pari in Italia al 7%, con valori che sono ben lontani da quello che si registra negli altri principali Paesi industrializzati.
L'approccio dominante nelle relazioni di outsourcing logistico è quindi in Italia ancora il "commodity outsourcing" (che comunque pesa solo poco più di un terzo sul totale dei costi logistici), mentre non si delineano ancora, nelle aziende italiane, quelle consapevolezze sulla necessaria evoluzione del modello di organizzazione dei flussi di merce come leva per un recupero strutturale di competitività: dall'approvvigionamento di materie prime e semilavorati, sino alla distribuzione dei prodotti finiti, con l'insieme delle funzioni più sofisticate di postponement che caratterizzano la piattaforma delle moderne organizzazioni manifatturiere. Leggi tutta la notizia

Fonte: HUFFINGTON POST

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