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Zai, l’eccellenza della logistica

Verona – Due milioni e mezzo di metri quadrati con oltre 100 unità insediate e 14.000 addetti, diretti e indiretti; 6.400.000 tonnellate di merci movimentate su ferrovia e 20.000.000 su strada ogni anno. Sono numeri che collocano l’Interporto Quadrante Europa in testa alla classifica italiana per volumi di traffico combinato; un primato possibile grazie al massimo livello di efficienza del sistema integrato di servizi logistici che comprende il trasporto ferroviario e intermodale.
‘Il nostro è un sistema in continua espansione dice Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai – Con il progetto di ampliamento futuro si prevede, infatti, una ulteriore crescita della superficie interportuale che salirà da 2,5 milioni a 4,2 milioni di metri quadrati. La Zai è chiamata ad un ruolo fondamentale di sviluppo di grandi infrastrutture produttive e di propulsione dello sviluppo territoriale’. Quello veronese è uno tra più i moderni hub-merci d’Europa con due settori per lo stoccaggio e la movimentazione, cinque binari, quattro corsie per i camion, tre gru a rotazione completa, venti coppie di treni al giorno, trecentomila unità di carico all’anno. ‘Il nostro obiettivo è spingere il traffico su ferro e a questo proposito abbiamo in programma molti investimenti’. Non a caso è stato riconosciuto come il primo interporto in Europa aggiudicandosi il premio ‘Il Logistico dell’anno’.
‘Grazie ad uno studio sul posizionamento degli Interporti in Europa il nostro interporto ha ricevuto un importante, e significativo, segnale di apprezzamento e riconoscimento del ruolo svolto. Si è trattato di uno studio innovativo, il primo del suo genere a livello europeo, partendo da una ‘piccola’ tradizione della società tedesca degli Interporti (DGG). Per la prima volta infatti è stato fatto un confronto completo a livello europeo degli Interporti, in base ad un’analisi dettagliata dei 70 maggiori siti. Il punto di partenza della ricerca è stato quello di creare un documento uniforme e di comprensione degli Interporti, in cui sono stati presi in considerazione solo i siti logistici con un’organizzazione adeguata. Al processo di benchmarking continua Gasparato – sono stati sottoposti Interporti di oltre 30 Stati europei tra cui, dopo diverse analisi intermedie, sono stati individuati 100 siti per un ulteriore esame. Dallo studio è emerso come gli interporti italiani e tedeschi rientrino tra quelli leader in Europa e, inoltre, stabiliscano standard di performance internazionali. Emerge inoltre che anche la Spagna si pone tra i pionieri della divulgazione del concetto di interporto’. Un primo risultato dello studio fa emergere, quindi, come gli interporti di questi tre Stati, Italia, Germania e Spagna, siano tra i primi 10 in Europa. ‘Per quanto riguarda il Quadrante Europa siamo orgogliosi di poter constatare come, tra tutti i siti intermodali in Europa, l’Interporto di Verona occupi la prima posizione nella classifica’. Verona, ora, vuole puntare sulla cosiddetta ‘quarta modalità’.
‘A questo proposito, oggi abbiamo di fronte una nuova ed importantissima sfida, per il presente ma soprattutto per il futuro: il nostro interporto vuole essere partecipe e protagonista anche con la quarta modalità. Ossia l’obiettivo fondamentale che ci stiamo ponendo è dotare il Quadrante Europa del collegamento con il trasporto marittimo. In particolare oggi guardiamo all’Adriatico e a Venezia: se riusciremo, come crediamo, a fornire servizi significativi come ‘porto secco’, ovvero come interporto di smistamento verso 25 destinazioni europee, l’Adriatico può diventare un’ulteriore occasione importante di sviluppo, di crescita economica e di creazione di posti di lavoro’. Attualmente l’Europa continua ad essere ‘alimentata’ principalmente attraverso i porti del c.d. Northern Range che assorbono il 60% del traffico. Si stima che il 40% delle merci destinate o prodotte da mercato italiano, passi per porti stranieri. Si stima anche che 2/3 delle merci containerizzate prodotte o destinate al mercato del Nord Est italiano non passi per i porti Adriatici. Ad oggi il volume di traffico containerizzato diretto ai mercati del centro Europa e gestito dagli scali adriatici è inferiore al 2%. L’Adriatico si presenta come un naturale corridoio di penetrazione verso le Regioni centrali del Continente Europeo, orientato verso il Canale di Suez.
‘ciò che, secondo noi, serve è molto semplice ma allo stesso tempo una grande sfida per il futuro: serve un efficace collegamento tra corridoi terrestri e corridoi marittimi. Il Porto di Venezia sfrutta il vantaggio dell’infrastrutturazione ex industriale e l’ampia disponibilità di banchine e delle aree di Porto Marghera convertibili alla portualità a alla logistica, si pone come base portuale del sistema logistico che include soprattutto l’Interporto di Verona’. ‘Un altro nostro obiettivo, che riteniamo anch’esso fondamentale, è quello di richiamare l’attenzione degli operatori che si muovono sul Corridoio Meditarraneo (ex Corridoio 5) e sul Corridoio 1, dove noi siamo posizionati ed anzi, dove il nostro interporto rappresenta uno snodo importantissimo come ‘incrocio’ dei due corridoi. A questo proposito stiamo attuando una grande campagna informativa tramite la creazione di una rete a livello nazionale, UirNEt, con cui vengono presentate, con la massima trasparenza, le destinazioni ferroviarie e relativi costi, così da cercare che le imprese utilizzino sempre di più il traffico su rotaia’. ‘Il Brennero dice Gasparato – sarà la vera porta tra Europa e Mediterraneo, noi siamo posizionati strategicamente in questo incrocio: per noi perciò risulta quindi prioritario il traforo. A tal fine diventa imprenscindibile un ulteriore passo verso il futuro: l’Alta Capacità ferroviaria, che deve essere messa al più presto in funzione’.
Fonte: SHIPPINGONLINE.IT – IL SECOLO XIX

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